venerdì 14 febbraio 2025

Iniziare da Shakespeare

Solo per chi ha voglia di leggere. Ora che può.
"Iniziare da Shakespeare", una delle mie Ai Stories (come per tutte di Ai c'è solo l'immagine, sia chiaro!). 

giovedì 13 febbraio 2025

Nel frattempo a Isola Dovarese... parte 2

Prosegue il gioco con gli scatti dell'edizione 2024 del Palio di Isola Dovarese: ODISSEA - De Hominis Itinere.
Oggi vi presento la scena legata a Polifemo. Una scena attesa - non poteva certo mancare! - con un finale inaspettato ma spettacolare!
Le immagini sono di Andrea Gaviraghi e Nicola De Crecchio.
I testi provengono da L’ODISSEA DI OMERO tradotta in volgare fiorentino da M. Girolamo Baccelli e sono stati parte integrante dello spettacolo, narrati dalla voce off.
Cito stasera le sempre attente danzatrici della Danza Antica Tripudiantes Dovarensis condotta dalla magistrale Simona Pasquali, presente in scena anche in veste di aiuto regista.
Ideazione artistica: Emanuele Tira.
Regia: Gianni Micheli.

Ricordo le date del Palio di Isola Dovarese 2025: 12, 13 e 14 settembre. Ci vediamo a Isola Dovarese!






mercoledì 12 febbraio 2025

Nel frattempo a Isola Dovarese

Nel frattempo che il Palio di Isola Dovarese 2025 prende corpo (ne sentirete presto parlare) mi sono messo a giocare con gli scatti dell'edizione 2024: ODISSEA - De Hominis Itinere.
Oggi vi presento il Prologo. 

Le immagini sono di Andrea Gaviraghi.
I testi provengono da L’ODISSEA DI OMERO tradotta in volgare fiorentino da M. Girolamo Baccelli e sono stati parte integrante dello spettacolo, narrati dalla voce off.
Le musiche, purtroppo assenti nella presente composizione, sono di Anonima Frottolisti (mi preme ricordarlo).
Ideazione artistica: Emanuele Tira.
Regia: Gianni Micheli.

12 - 13 - 14 settembre 2025. Ci vediamo a Isola Dovarese!







Teatro in Italia 2002

Ma come si faceva a cercare piazze, teatri, festival, compagnie, attori, autori, musicisti, ecc. quando non c'era internet? Con i libri! Anzi con i libroni!
Anno 2002. Pubblicazione "Teatro in Italia 2002" a cura di Società Italiana degli Autori ed Editori.
Alle pagine 251 e 252, sotto la voce "Teatro Popolare d'Arte Mascarà - Firenze" ritrovo tanti amici e tanti compagni di viaggio, alcuni, sfortunatamente, non più presenti. E mi rileggo con emozione in 5 produzioni: "Madre" con la straordinaria Marisa Fabbri insieme a Gianluca Guidotti e Francesco Manetti; "Apparizioni" con i bellissimi Rosanna Gentili e Bartolo Incoronato; "La crociata dei semplici" con quei folli di prima insieme a Gila Manetti, l'estrosa Giusi Merli e Riccardo Valeriani; "Pulcinella" con Rosanna e il mitico Gianfranco Pedullà, qui in scena ma di quasi tutto autore e di tutto regista; e infine il mio indimenticato "Il corvo blu", qui con Rosanna ma poi, per tante repliche, con un'attrice tanto brava quanto minuta che purtroppo troppo presto è volata via: Gianna Deidda.
Ed ecco il piacere dei traslochi che sporcano le mani ma rinfrescano la memoria. E lavano gli occhi con l'idea d'una lacrima.
Ringrazio Luca Roccia Baldini perché se non era per la sua ricerca tra le pagine quel libro sarebbe finito nel secchio del riciclo carta. Come poi è andata, tirati via questi scatti, perché la storia, nel bene e nel male, passa.


martedì 11 febbraio 2025

Codice Civile e teatro

Un Codice Civile in teatro. Dietro le quinte. Sopra il mantegno. Accanto alle corde, ai nodi, alle strette. Sospeso pure lui ad un’invisibile graticcia. In equilibrio. Visione anomala, potrebbe sembrare. Inconsueta. Inverosimile. Eppure...
Non è forse in teatro che gli esseri umani mettono alla prova, ed espongono al confronto, le loro relazioni insieme ad una visione dell’etica e della morale, della giustizia e della colpa? Non è qui che l’umanità mette a nudo la civiltà che le è propria? Dove dunque dovrebbe stare un Codice Civile se non in bilico dietro le quinte, a ricordare agli attori che il loro compito non è finzione ma cura e cultura del reale?
O se ne farà l’uso di fermare una quinta a mo’ di sasso?

Teatro Mecenate

Non si scrive mai abbastanza dei luoghi che si conoscono, che si frequentano, che sono "casa". E così m'accorgo di non aver mai dato volto con il mio telefono alla platea del Teatro Mecenate di Arezzo. O almeno così mi pare. Rimedierò adesso. Un teatro nella scuola, in senso stretto, che ha il suo fascino, soprattutto per le dediche alla scuola.

lunedì 10 febbraio 2025

Quando giri l'angolo

È quando giri l’angolo che cambia il punto di vista.

It's when you turn the corner that your point of view changes.

sabato 8 febbraio 2025

Dedizioniamo!

Vi va di leggere qualcosa prima della pizza del sabato sera? Qualcosa di semplice, per niente complesso. Che non dà pensieri. Che si legge e via non ci si pensa più? Vi presento: Dedizioniamo! La novità tra le mie Ai Stories.

Le buchette del vino

Passeggiando per Firenze non è difficile trovarle. Bisogna mettere gli occhi sul piccolo. Bisogna posare l'attenzione sull'inusuale come una porticina sul muro che potrebbe servire giusto ad un passero. Ma poi eccole lì, le buchette del vino, ovvero quando gli osti fiorentini rischiarono la disoccupazione.

Croce al Trebbio

Non so quante volte sono passato sotto la Croce al Trebbio, a Firenze. Davvero non so contarle. Stamani m'è preso voglia di saperne di più... d'altronde se sta lì da 637 anni una ragione ci dev'essere.

“Il monumento venne costruito sopra un antico pozzo in memoria del combattimento qui avvenuto nel 1244 fra i cavalieri di S. Maria, milizia istituita da S. Pietro Martire, e gli eretici Patarini che furono sconfitti.
L’opera è costituita da un sedile circolare in pietra, sul quale si eleva una colonna in granito sormontata da una croce di marmo a doppia immagine di Cristo e con sotto un’altra doppia immagine di S. Pietro Martire.
Alla base della croce: l’aquila, il leone, l’angelo e il toro, simboli dei quattro Evangelisti. Sullo spigolo del disco in pietra, sul quale appoggia la croce, vi è un’iscrizione latina dove si legge che la croce venne qui collocata nel 1388 in sostituzione di un’altra che vi avevano innalzato nel 1244 in onore di S. Zanobi e S. Ambrogio. Il monumento risulta coperto da una tettoia in legno, di carattere prettamente medievale”.


In stazione

La mattina ha il treno in bocca e la tombola in tasca. 4 e 5. Ambo! 

giovedì 6 febbraio 2025

La notte di Certaldo

La notte di Certaldo, le vie silenziose, il borgo antico, i mattoni rossi, il pozzo nero, la luce soffusa, in cammino verso il punto più alto: Palazzo Pretorio, un tempo Castello dei Conti Alberti. Un tempo, quel tempo in cui Boccaccio scriveva: “[...] veggio campi colli e alberi di verdi fronde e di fiori varii rivestiti [...]; odo cantare gli usignuoli e gli altri uccelli [...]: e con i miei libricciuoli quante volte voglia me ne viene, senz’alcuno impiccio posso liberamente ragionare”. (In “La vita di Dante” scritta da Giovanni Boccaccio”, Sansoni, 1888 - Introduzione, cap. VI, p. LXXXII).





La chiave appesa

Dove ho messo la chiave?

Where did I put the key? 

Boccaccio

Dopo Garibaldi chi più ne ha più ne metta e Dante non si nega a nessuno, ecco finalmente Boccaccio! Il grande, irripetibile, Boccaccio. Uno dei giganti che ha più umanità sulle spalle che piccioni. A Certaldo, a casa sua! Uno spettacolo!

Amor può troppo più che né voi né io possiamo.
(Giovanni Boccaccio, Decamerone, IV giornata, novella I)

mercoledì 5 febbraio 2025

Passo io o passi tu?

Passo io o passi tu? No, perché qui di manovra ce n’è poca.

(Foto scattata a Bolzano)

martedì 4 febbraio 2025

Vita bioplastica

"Vita bioplastica" di Enrico Prampolini. 87 anni e torna d'attualità. Con molta più plastica. Molta meno vita. E il bio in una grande crisi di coscienza.
In mostra presso il Museo Novecento di Firenze.

lunedì 3 febbraio 2025

La chimeraviglia

Avete mai provato la chimeraviglia? Beh, ora si può. Ma resta poco tempo. Leggete La chimeraviglia, tra le mie Pagine Allegre, e capirete.

La bicicletta

La bicicletta, tra i semi e il caffè.

Una mattina che vale quasi mille

Una mattina che vale quasi mille. Un solo racconto e quasi mille presenze, tra studenti e docenti. Mille letture di una storia. Mille modi diversi di ascoltare. Di ricordare.
Seminare un racconto in mille prati. E vedere quale dialogo ne verrà fuori. Che ne sarà del nostro domani, parlando di ieri.

Grazie a Ritmi Promozione Sociale, Officine della Cultura, Comune di Assisi e ai tanti studenti e docenti presenti stamani al Teatro Lyrick per ascoltare "Le tre notti del '43" di Enrico Fink con I Solisti dell'Orchestra Multietnica di Arezzo: Enrico Fink, Luca Roccia Baldini, Massimo Ferri, Massimiliano Dragoni, Mariel Tahiraj, Gianni Micheli. Grazie a iniziative come questa che ricordano i perché del Giorno della Memoria.


I seguenti scatti, nuovi punti di vista, provengono dalla galleria del Liceo Sesto Properzio di Assisi.

Teatro Lirick

Teatro Lyrick di Assisi: dalle ceneri dell’ex reparto chimico industriale della Montedison la nascita di uno spazio d’incontro che non teme la distanza, è non è un modo di dire.

Per chi ama dare uno sguardo al dietro le quinte ho trovato al Lirick un camerino/camerone organizzato per ospitare un numero decisamente alto di artisti, contemporaneamente. Cosa rara, nel dietro le quinte. A volte il camerino è uno solo, a volte un paio. E sono ini in tutto e per tutto. Nascere con la dedica ad un musical ha lasciato una bella eredità, non c'è che dire.

domenica 2 febbraio 2025

Assisi

Quella notte che passeggi per Assisi.

Cavolo nero

Passato il mezzo secolo la vita ti mette in conto viaggi inaspettati, ritorni a sapori su cui non ti sei mai soffermato abbastanza.
Fa piacere saperlo.
Il cavolo nero, ad esempio.
Un protagonista della tradizione contadina toscana, un invitato della mia infanzia alla cena nei mesi freddi. Il re della ribollita anche se, a casa mia, si è sempre chiamata minestra di pane.
Oggi guardo le sue foglie allungate, il suo verde scuro quasi bluastro, le sue increspature, le sue bolle, il suo disegnarsi altero e deciso, e mi commuovo. Chissà perché.
Ne assaggio il gusto intenso e leggermente amarognolo e mi ritrovo a sorridere. Questa poi!
E che meraviglia al tatto!
Eppure, un tempo, nemmeno lo guardavo il cavolo nero, ortaggio dalle radici antiche, coltivato già dai Romani, ricco di antiossidanti, vitamine e minerali.
Benvenuto nuovo mezzo secolo!

Quel sogno

Tratteggiare quel sogno che ti ha svegliato al mattino. O eri solo un bambino?

sabato 1 febbraio 2025

Dicesi tappo...

Dicesi "tappo" un qualsiasi veicolo a motore su ruote posto tra un automunito in movimento e la mèta ultima del suo viaggiare con caratteristiche tali da rallentare considerevolmente proprio della mèta il raggiungimento e stimolare sorpassi azzardati, stress da panico con brutti sintomi cardiocircolatori e vasocostrittori.
Tu lo sapevi?
Sta tutto scritto in: "Inesorabilmente lento" di Gianni Micheli, Edizioni Helicon. Informati e viaggerai più consapevole.


venerdì 31 gennaio 2025

Svapora

Crotone. Il giallo, ad un certo punto, svapora. 

604.800 combinazioni

All'ennesima telefonata inopportuna, fastidiosa e deprimente, in cui ti ricordi che il futuro dell'umanità non è previsto perché non ne siamo degni, ho fatto due calcoli...

Se si possono avere 604.800 combinazioni con numeri telefonici di sette cifre, con un solo prefisso, risulta che serviranno 1.670 anni per bloccare tutti i numeri provenienti da quel solo prefisso, con una telefonata al giorno. Poi, per fortuna, le telefonate sono sempre più di una e quindi, mettendo 2, gli anni impiegati saranno solo 835. Anche se, per sfortuna, le telefonate arrivano da molteplici prefissi. Ne consegue che... moriremo tutti molto prima d’aver finito.


giovedì 30 gennaio 2025

Zuppa e taccole

Due piatti strepitosi in una stessa sera. Zuppa di cipolle al parmigiano reggiano e contorno di taccole al pomodoro.
Zuppa di cipolle, un piatto povero con una lunga storia alle spalle, innumerevoli viaggi e quel gusto inconfondibile che ha conquistato i cinque continenti e le cinque stelle dei ristoranti. Una leggenda racconta che la versione più vicina a noi risalga a Luigi XV e a una notte di appetito irrefrenabile. Si narra che sia arrivata in Francia dall'Italia nel 1533, insieme a Caterina de Medici. Personalmente la trovo entusiasmante in ogni sua veste ed in ogni suo Stato d'elezione.
Che dire delle taccole? Non facili da trovare in tavola, non appartenenti alla storia culinaria delle nostre campagne, certamente della mia. Eppure, queste "sorelle" dei fagiolini, meritano tutta l'attenzione dei ghiotti, con il piacere del croccante e il sentimento di perdersi in qualcosa di buono e meravigliosamente sano.
Buon appetito!

martedì 28 gennaio 2025

La meridiana catottrica di Brescia

La meraviglia ottica della meridiana catottrica di Brescia, sec. XVIII, presso il Convento San Cristo. Un orologio solare che, anziché contare sull'ombra, punta sulla luce per le proprie indicazioni (qui invisibili data la giornata nuvolosa). Opera rara e di gran fascino.
Ulteriori informazioni come riportate presso la meridiana:
- Le linee rosse indicano l'ora "francese" o moderna: è il metodo che oggi utilizziamo ed introdotto alla fine del XVIII secolo.
- Le linee nere indicano l'ora "italica da campanile": venivano usate prima dell'uso delle ore francesi. Le ore 24 corrispondevano a mezz'ora dopo il tramontar del sole. Questo metodo era comodo in quanto permetteva di conoscere quante ore di luce si avevano a disposizione prima che giungesse il tramonto.
- Le linee verdi indicano i mesi, i passaggi nei segni zodiacali e gli equinozi di primavera e autunno.
- Le linee tratteggiate indicano che in quel momento sono le 12 nelle località indicate nei fiocchetti.
- Il solstizio d'estate e d'inverno sono indicati rispettivamente dall'estremità della meridiana verso il cortile (linea di giugno) e verso la parete verticale interna al portico (linea di dicembre).


Stagioni che finiscono

"Matteotti - anatomia di un fascismo". Ultime repliche, ultimi viaggi, ultimi incontri all'interno delle stagioni teatrali 2024/25. i Luoghi, gli spazi, il bisogno di racconto. Vi aspettiamo.

Settimana di classe

Lunedì mattina. Ora di colazione. Fuori è ancora buio. La scuola è all'orizzonte. Mia figlia, ancora quasi dormendo, eppur mordendo un biscotto, pone all'aria una semplice domanda: ma perché le settimane devono iniziare sempre di lunedì? Una domanda a me, forse, ma anche a se stessa e si risponde senza tentennamenti: potrebbe iniziare di giovedì, qualche volta. Sarebbe bello.
Ecco: sarebbe bello. E poi: perché non farlo? Alla fine chi l'ha mai deciso che le settimane debbano iniziare di lunedì? Io no. Rinnoviamo tutto! È iniziata l'era della settimana di classe! Solo nelle mie Ai Stories su lortica.it.

Generazioni elettriche

Generazioni elettriche.
Famiglie composite.
Eppur convivono.