lunedì 23 giugno 2025

Le parole di Alfredo Oriani

A Faenza ho incontrato parole che il tempo ha fatto proprie, manipolandole col volere di chi lo tiene, per un momento, tra le mani. Sono le parole dello scrittore e poeta faentino Alfredo Oriani.
A Faenza vi è un itinerario che racconta Oriani ma se hai poco tempo per muoverti in città e sei solo di passaggio sono le parole stesse a venirti incontro, esposte presso l'ex Palazzo degli Uffici Governativi di Faenza, di chiara matrice architettonica fascista.
"... Salire a tutte le bellezze, credere a tutte le virtù, consentire tutti i sacrifici, offrendosi intero alla vita e accettando la morte come un premio: ecco la rivolta ideale... Accendete dunque tutte le fiaccole, perché la marcia è già cominciata nella notte. E non temete del fumo, l'alba è vicina... il suo rossore somiglierà forse a quello del sangue. Ma è sorriso di porpora, che balena dal manto del sole...".
Sarà per il carattere, sarà per quel poco di contenuto che sembrano mostrare, le vedi e le chiami con l'epoca da cui pensi provengano. Finché, incuriosito, scopri che Alfredo Oriani è morto nel 1909 e che l'opera in cui quelle parole prendono forma, "La rivolta ideale", è del 1908.
Ecco dunque le parole che il tempo fa proprie. Che una guerra mondiale impasta. Che un novello Duce, nel 1924, strumentalizza forgiandole quali parole di un "Poeta della Patria", curandone personalmente, in 30 volumi, i luoghi del loro raccontarsi ai posteri.
Ecco dunque quanto poco e tanto possono valere le parole, e quanto c'è da stare attenti quando prendono forma. Quando raccontano e ci raccontano. Sempre.
Alfredo Oriani: “vivo sofferse in solitudine sdegnosa e morto ebbe l’offesa di vano disdicente clamore”. Così parla di lui Piero Zama, intellettuale e storico faentino. Uguale sorte per le sue parole.