C’è un momento, a volte breve come uno scatto fotografico, in cui tutto sembra ricomporsi: le fatiche, i dubbi, le corse contro il tempo, le riunioni e le mille idee appuntate su fogli volanti. Questo momento è quello in cui guardi un gruppo di studenti e studentesse - sorridenti, stanchi e stanche, fiere e fieri - e ti rendi conto che il progetto su cui stai lavorando da mesi non è più solo “un progetto”: è diventato qualcosa che ha a che fare con il noi, con l'insieme, con una comunità.
Questa immagine mi ritrae con alcuni tra i ragazzi e le ragazze del Liceo Artistico di Arezzo nel bel mezzo di quel lungo percorso scolastico e lavorativo che ci ha condotti alla realizzazione, per una parte che fa parte del tutto, del festival Officine Social Movie. Un viaggio condiviso, legato alla comunicazione del festival, fatto di scrittura, riprese, tagli, dubbi, confronti e scoperte. Un laboratorio continuo di creatività, responsabilità e visione. E parecchie rincorse.
Oggi "il progetto" si è completato ma, come al solito, non abbiamo raggiunto alcun traguardo. Anzi ne abbiamo raggiunti, e non pochi, ma si è di nuovo a un punto di partenza. Forse più avanti? Certo di lato.
Grazie a chi ha creduto, a chi ha partecipato, a chi ha immaginato con noi Officine Social Movie e tutto il mondo, reale e fantastico, che gli ruota attorno. E grazie ad Elena Ferri, per la nostra parte che fa parte del tutto, perché a correre in due si fa meno fatica.