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martedì 15 gennaio 2013

Musica, Arezzo, Storia

Caro Lettore,
che sveglia, stamani! È solo un normalissimo martedì di gennaio - quasi troppo invernale - ma ti sveglio col peso della storia. Cinque secoli, niente di meno, con due punte di diamante negli ultimi trent’anni o giù di lì per quello che m’è stato dato vivere.
Che mai sarà? Sono i “Cinque secoli di musica ad Arezzo” (Edizioni Helicon) tradotti in volume dalla memoria musicale locale, il Prof. Claudio Santori. Finalmente puoi trovarli in libreria e finalmente puoi trovarci dentro quelle “note” che mai nessuno, ancora, aveva così approfonditamente accorpato al patrimonio culturale, musicale e politico aretino. Note di un percorso “sperimentale” che ancora non ha trovato eguali: il Liceo Musicale annesso al Liceo Classico “F. Petrarca” di cui mi annovero, con orgoglio, tra i fondatori e sperimentatori.
Trovi questo primo pacchetto della memoria da p. 316 a p. 327 quale “avvenimento musicale principe” degli anni ‘80, a detta del Prof. Santori.
Ma voglio segnalarti un altro avvenimento degno di menzione personale che il volume ricorda: l’attività del CUT & CUM (Centro Universitario Teatro Spettacolo e Musica) della Facoltà di Lettere e Filosofia con sede ad Arezzo dell’Università degli Studi di Siena (pp. 376-378). Anche in questo caso, da quel che so, non solo la straordinaria avventura del CUT (e poi CUTS & CUM) tra gli anni 1994-1998 viene menzionata per la prima volta in una pubblicazione ma se ne traccia il percorso, la spina dorsale, interconnettendolo a quello che è stato il mio personalissimo contributo.

giovedì 22 settembre 2011

La memoria del caffè: la ricotta col caffè

Caro Lettore,
ricordandoti l’appuntamento ad Assisi per il prossimo 24 settembre - c’è l’occasione di Nero Profumo per Assisicafè! - mi prendo il piacere di raccontarti il mio incontro con il caffè.
Erano i primi anni '80 e mia sorella portò a casa, da una merenda a casa di un’amica, una ricetta facile e veloce che prometteva gusto e stravaganza: la ricetta del caffè con la ricotta. Ricetta di facile esecuzione, indubbiamente: non c’è che da mettere qualche cucchiaiata di ricotta su un piatto, versarci sopra poca polvere di caffè, meno di un cucchiaino, e zucchero in base al proprio gusto, quindi mescolare il tutto con una forchetta fino a fare un impasto dall’estetica dubbia ma dal gusto gradevole.
Ancora non bevevo caffè ma siccome la ricotta “faceva bene” ed io non ne mangiavo perché… be’, forse non c’è bisogno di spiegare perché un bambino si rifiuta di mangiare la ricotta, credo d’essere in buona compagnia… mia madre prese la palla al balzo della ricetta stramba e dolce per abituarmi a quel cibo bianchiccio, molliccio e inconsistente - cosa che comunque, al di fuori di questa ricetta e di una ricotta al forno spaventosamente eccellente, non è avvenuta - solo assicurandosi, ogni volta che lo preparavamo - e ci fu un periodo in cui ne mangiammo piattate su piattate, a fine pasto, a mo' di dolce -, che ci mettessi giusto un pizzico di polvere di caffè perché la polvere di caffè era pur sempre caffè e dunque conteneva caffeina e per ciò avrebbe potuto farmi male.
E fu così che cominciai a mangiare il caffè prima ancora di sentirne il gusto in tazza!

martedì 30 agosto 2011

La memoria del caffè: il caffè è una droga

Caro Lettore,
il progetto “La memoria del caffè”, legato allo spettacolo musicale “Nero profumo”, ha finalmente varcato le porte dell’etere. Quella che ti presento è la prima intervista pubblicata dal titolo Il caffè è una droga.


Dal blog del sito www.neroprofumo.com le altre interviste. E se hai un aneddoto legato al caffè fatti sentire!