Caro Lettore,
ricordandoti l’appuntamento ad Assisi per il prossimo 24 settembre - c’è l’occasione di Nero Profumo per Assisicafè! - mi prendo il piacere di raccontarti il mio incontro con il caffè.
Erano i primi anni '80 e mia sorella portò a casa, da una merenda a casa di un’amica, una ricetta facile e veloce che prometteva gusto e stravaganza: la ricetta del caffè con la ricotta. Ricetta di facile esecuzione, indubbiamente: non c’è che da mettere qualche cucchiaiata di ricotta su un piatto, versarci sopra poca polvere di caffè, meno di un cucchiaino, e zucchero in base al proprio gusto, quindi mescolare il tutto con una forchetta fino a fare un impasto dall’estetica dubbia ma dal gusto gradevole.
Ancora non bevevo caffè ma siccome la ricotta “faceva bene” ed io non ne mangiavo perché… be’, forse non c’è bisogno di spiegare perché un bambino si rifiuta di mangiare la ricotta, credo d’essere in buona compagnia… mia madre prese la palla al balzo della ricetta stramba e dolce per abituarmi a quel cibo bianchiccio, molliccio e inconsistente - cosa che comunque, al di fuori di questa ricetta e di una ricotta al forno spaventosamente eccellente, non è avvenuta - solo assicurandosi, ogni volta che lo preparavamo - e ci fu un periodo in cui ne mangiammo piattate su piattate, a fine pasto, a mo' di dolce -, che ci mettessi giusto un pizzico di polvere di caffè perché la polvere di caffè era pur sempre caffè e dunque conteneva caffeina e per ciò avrebbe potuto farmi male.
E fu così che cominciai a mangiare il caffè prima ancora di sentirne il gusto in tazza!
ricordandoti l’appuntamento ad Assisi per il prossimo 24 settembre - c’è l’occasione di Nero Profumo per Assisicafè! - mi prendo il piacere di raccontarti il mio incontro con il caffè.
Erano i primi anni '80 e mia sorella portò a casa, da una merenda a casa di un’amica, una ricetta facile e veloce che prometteva gusto e stravaganza: la ricetta del caffè con la ricotta. Ricetta di facile esecuzione, indubbiamente: non c’è che da mettere qualche cucchiaiata di ricotta su un piatto, versarci sopra poca polvere di caffè, meno di un cucchiaino, e zucchero in base al proprio gusto, quindi mescolare il tutto con una forchetta fino a fare un impasto dall’estetica dubbia ma dal gusto gradevole.
Ancora non bevevo caffè ma siccome la ricotta “faceva bene” ed io non ne mangiavo perché… be’, forse non c’è bisogno di spiegare perché un bambino si rifiuta di mangiare la ricotta, credo d’essere in buona compagnia… mia madre prese la palla al balzo della ricetta stramba e dolce per abituarmi a quel cibo bianchiccio, molliccio e inconsistente - cosa che comunque, al di fuori di questa ricetta e di una ricotta al forno spaventosamente eccellente, non è avvenuta - solo assicurandosi, ogni volta che lo preparavamo - e ci fu un periodo in cui ne mangiammo piattate su piattate, a fine pasto, a mo' di dolce -, che ci mettessi giusto un pizzico di polvere di caffè perché la polvere di caffè era pur sempre caffè e dunque conteneva caffeina e per ciò avrebbe potuto farmi male.
E fu così che cominciai a mangiare il caffè prima ancora di sentirne il gusto in tazza!