domenica 23 marzo 2025

mercoledì 19 marzo 2025

Ai Stories: Se il dolore fosse materia

E se fosse possibile trasformare il dolore in materia, dare forma e sostanza alle lacrime del cuore, cosa potrebbe accadere? Ai Stories: Se il dolore fosse materia. Da leggere online nel tempo del rotolare di un sasso.

martedì 18 marzo 2025

Come patatine

Mi hai mangiato il tempo
Come fosse
Patatine
Ma vedendo i tuoi denti
Sorrideva

Teatro Feronia

Platea del Teatro Feronia, San Severino Marche. Proprio, ma proprio bella.

sabato 15 marzo 2025

Prima e dopo

Prima e dopo. E non riesco a non sorridere. Foto scattate a San severino Marche.

Una piazza negli occhi

Piazza del Popolo, San Severino Marche. Una piazza che resta negli occhi.

venerdì 14 marzo 2025

Matteotti anatomia di un fascismo: il cd!

Un gran bel giorno per ascoltare musica! Da oggi il cd "Matteotti anatomia di un fascismo", con le musiche di scena legate allo spettacolo omonimo, è ascoltabile su tutte le piattaforme, basta cliccare su questo link! Una nuova entusiasmante fatica ha trovato il suo compimento grazie a Officine della Cultura e CNI


Intanto stasera "Matteotti - anatomia di un fascismo", lo spettacolo, con Ottavia Piccolo e I Solisti dell'Orchestra Multietnica di Arezzo, sarà di scena al Teatro Feronia di San Severino Marche (MC). 

giovedì 13 marzo 2025

Presentazione a Firenze

Che piacere poter raccontare la mia Teoria del Tappo! Con lo sfondo prezioso del Pegaso, tra l’altro. E quanti compagni di scrivania grazie alle Edizioni Helicon. Stasera il ritorno a casa sarà più lento del previsto: ho di che far memoria! Inesorabilmente lento, direi.
L’ho già detto che “Inesorabilmente lento” è un volume che si adatta bene anche a quel mobiletto vicino alla tazza del wc? Da leggere al mattino, un po’ per volta. Aiuta.

mercoledì 12 marzo 2025

Inesorabilmente lento

Domani si tornerà a parlare di "Inesorabilmente lento", la mia riforma intelligente del Codice della Strada, anche detta Teoria del Tappo. Appuntamento a Firenze, Sala Esposizioni, nella prestigiosa sede della Regione Toscana, Palazzo Guadagni Strozzi Socrate, in Piazza Duomo 10. Ore 16.
Non sarò da solo ma in splendida compagnia di autori delle Edizioni Helicon. Ho già voglia di leggere!

domenica 9 marzo 2025

Mastruzzi indaga di Pino Cacucci

Pino Cacucci, “Mastruzzi indaga”, Feltrinelli 2002. L’ho trovato nella libreria della casa a Milano in cui mi sono fermato qualche giorno. Potrebbe sembrare datato. Ed invece sembra scritto oggi. Oppure sono io ormai così stanco, al pari di Mastruzzi, da ritrovare i miei panni tra queste parole.
Ne riporto alcuni frammenti per i tanti appassionati, e i tanti che sono stanchi come me, di uno scrittore che si fa sempre leggere con piacere.

P. 44: “Poi c'erano quelli che lui immaginava come dossier, i ritagli su uno stesso argomento che, magari inconsciamente, gli servivano a confermare il suo viscerale disprezzo per quelle strane figure che in un giornale si dedicano esclusivamente a inventare titoli. Ogni tanto si illudeva di poter dare un ordine logico a quel cumulo di memorie, al suo squinternato e confusionario archivio della malafede informativa. Ma si disperdeva puntualmente entro la prima mezz'ora, soffermandosi a rileggere il contenuto di una cartella come per un masochistico bisogno di rancore.”

P. 68: “Mastruzzi salutò i muratori indaffarati a ristrutturare scantinati che adesso si chiamavano tavernette e soffitte ribattezzate mansarde e cacatoi di piccioni divenute altane - il profitto è tutta una questione di stupro del vocabolario, pensava Mastruzzi - e si fermò a scambiare due chiacchiere con il giornalibraio, per poi riprendere la camminata verso l'ultimo tratto della sua strada, leggendo scritte a pennarello... e annunci ciclostilati, pensando che se il "progresso" significava la fine di tutto questo, allora tanto valeva sentirsi vecchi e ostinarsi a fermare il tempo. Eppure non era un quartiere di vecchi.
Non invecchia mai, pensava, chi a settant'anni è capace di capire perché a venti possa farti schifo tutto. Lo pensava passando davanti alle case occupate dai ragazzi con i capelli dritti e gli sguardi ansiosi, quelli che all'inizio i vicini avevano sbirciato di traverso, e poi, com'era d'abitudine al Pratello, erano diventati parte della famiglia, perché la voglia di parlare con chi ti sembra estraneo e diverso, al Pratello faceva sì che alla fine tutti capivano che c'è sempre un motivo per essere come uno è. Mastruzzi non avrebbe mai potuto fare a meno di quell'ambiente, di quel clima, di quell'aria pulita e libera dal bisogno ottuso di catalogare gli altri. Al Pratello si rimaneva persone indipendentemente da come ti guadagnavi da vivere la notte, o da quello che ti mettevi in vena, o da ciò che compravi o rivendevi, non ti giudicavano per il chiasso o il silenzio, né per la camicia o l'annata della tua macchina, contava solo quel che facevi e dicevi agli altri. Un mondo a parte, certo, un rimasuglio di umanità destinato all'estinzione. Perché Bologna non sorgeva su un colle di Giove, non orbitava su un anello di Saturno, ma faceva parte di un'Italia, di un'Europa, di un Occidente spietati, di un'epoca spietata. E il Pratello stava nel cuore di quella Bologna Ii, un cuore chiuso in un torace di banche e immobiliari, che compravano tutto per rivendere a pochi, sventravano case per farne dimore asettiche da sei milioni al metro quadro.”

P. 81: “Certo, che non era così semplice. Ma il rancore verso un mondo che era sempre più complicato lo portava a cercare, inesorabilmente, il modo più rabbioso di semplificare le cose. Pensò che gente come Al Capone sarebbe rimasta nel limbo della piccola delinquenza senza storia, se un giorno qualcuno non avesse proibito gli alcolici.
Pensò che un fiume di soldi grande quanto il Po, è in grado di imporre qualsiasi legge e qualsiasi legislatore. Pensò anche, da uomo semplice qual era, che il poliziotto senza i ladri sarebbe un disoccupato, come il commendator Vincente senza gli eroinomani. Ma convenne che un poliziotto disoccupato potrebbe finire per fare il ladro, e allora qualcun altro farebbe il poliziotto. Mentre il commendator Vincente, anche senza l'eroina, troverebbe il modo di campare sulle disgrazie dei suoi simili.
Tutti pensieri semplici, concluse alla fine.
E pensò anche che con il passare degli anni non aveva guadagnato niente, o quasi, in assennatezza e distacco dalle cose. Perché la vecchiaia, pensava Mastruzzi, non porta saggezza, ma soltanto vecchiaia. Che alimenta rancori, stanchezza, fastidio per il chiasso degli stupidi e i calibrati silenzi dei loro idoli di turno... E come se non bastasse, l'avanzare della vecchiaia, in lui, sviluppava quell'insana voglia di prendere a gomitate in faccia un mondo che, secondo il suo modo semplice di vedere le cose complesse, continuava a non imparare nulla. Neanche agli altri serviva a niente invecchiare.”

P. 110: “Mastruzzi si riempì la bocca di pane e mortadella, perché non sapeva cosa dire a Giustino.
Pensava all'amnistia che prima o poi i politicanti si sarebbero dati per assolvere se stessi dall'aver ridotto l'Italia come era ridotta, pensava a quel ragazzo ammazzato in via Mascarella nel '77 e ai tanti altri sparati nella schiena, per i quali nessuno era finito mai in galera. E pensava che, tra carceri speciali ed esilio, quella disgraziata generazione aveva pagato abbastanza per la colpa di essere troppo sensibile alle delusioni dei padri partigiani.
Giustino si alzò imprecando contro l'orologio e salutò frettolosamente Mastruzzi.
“Se tardo cinque minuti, il capo mi toglie mezz'ora di paga," disse raccattando di corsa gli avanzi. Trotterellando verso il cantiere, aggiunse: "Tanto, ormai, fanno quello che vogliono”.”

Tutto pronto

Ore 16, Milano, Teatro Elfo Puccini, “Matteotti - anatomia di un fascismo”. Ultima replica di un settimana prorompente. La platea in attesa. I jeans appesi. Il clarone in quinta. Tutto pronto.


Parco 8 marzo

Parco 8 marzo. Milano. Poesia tra ruggine e fiori. E gli avanzi abbandonati del sabato sera. Rappresentativo. Non dov'essere facile passeggiarci d'estate...
Le gru sullo sfondo sono rappresentative di un confine cittadino che si allarga. Ci sarà ancora meno estate dove poggiare i piedi.

Stupore

Fontana monumento a Giuseppe Grandi, a Milano, realizzata nel 1936 da Werther Sever e Emil Noel Winderling. Memoria di un incontro fortuito e di una passeggiata nell'aria fresca di mattino di una domenica di marzo.
Il particolare ha nome "Stupore". Leggendo Wikipedia se ne saprà il perché, in merito alla statua. Il mio è certo legato alla storia di questa piazza, a quanto nasconde, a quanto ricorda, al flusso costante di palazzi, nella foto sullo sfondo, che non pare aver fine. 


Vieni a giocare!

È domenica! Vieni a giocare!

sabato 8 marzo 2025

Nuovo cd

Chi è venuto a vedere "Matteotti - anatomia di un fascismo" al Teatro Elfo Puccini di Milano lo sa: il disco con le musiche di scena eseguite da I Solisti dell'Orchestra Multietnica di Arezzo, e la voce sempre straordinaria di Ottavia Piccolo, è appena uscito. Per ora solo in forma fisica, di carta e note tra la materia. Presto, a fine mese, uscirà anche in digitale ed allora ne riparleremo. 
Intanto però c'è contentezza perché quando tieni un desiderio tra le mani come fai a non essere felice?

venerdì 7 marzo 2025

La postura di certe giornate

Non so tu ma io ho trovato la postura di certe giornate. La mia. Vista e riconosciuta. Eccola!
Che te ne pare?

Cristo alla colonna

Donato Bramante, “Cristo alla colonna”, circa 1487-1490. Opera da meditazione per tempi incerti. Lo trovate alla Pinacoteca di Brera.

giovedì 6 marzo 2025

Memores

Prepararsi per la scena al Teatro Elfo Puccini di Milano sotto lo sguardo ferroso di “Memores” di Roberto Fanari.

Sentirsi Napoleone

Con un Canova tra le mani potrei sentirmi anch’io un po’ Napoleone. Ma solo alla Pinacoteca di Brera.


mercoledì 5 marzo 2025

Maschere

A proposito del Museo d'Arte Orientale Edoardo Chiossone di Genova, non vorrei abbandonarlo senza tenere memoria delle tante, splendide maschere presenti nella collezione legate in particolare al Teatro classico Nō.


Avrei bisogno di sentirmi un po'...

Piccolo gioco, breve viaggio per immagini e sentimento all'interno e all'esterno del Museo d'Arte Orientale Edoardo Chiossone (GE). Quando si è in furgone e i chilometri son tanti scappano idee dalla testa che devono pur posarsi da qualche parte... 

Avrei bisogno di sentirmi un po’ Sakyamuni Buddha. Solo per oggi.

E invece eccomi FUDÔ MYÕO.

“Un animale da compagnia potrebbe esserti d’aiuto”, dicono.
“Può andar bene un Karashishi?”

Saranno i pensieri? Troppo. E nessuno che guarda avanti.

Di cosa potrei aver bisogno?

Forse uno sguardo oltre la nebbia?

E non sentirmi così stanco.

E nuovi pensieri e nuove posture.

Dammi la mano. Ho bisogno di te.

Ho bisogno del Demone Leone!

venerdì 28 febbraio 2025

giovedì 27 febbraio 2025

Il canto di chi trema

Il mio pensiero sull’intelligenza artificiale ha trovato posto sulle mie Pagine Allegre con il titolo: "Il canto di chi trema". Di allegro ha poco ma cerca di solleticare lo stesso. Scritto e certificato senza alcun uso dell’intelligenza artificiale.
Era da settimane che lo tenevo dentro finché m'è venuto voglia di sentirmi Cassandra. Che almeno si sappia che l'avevo detto.

martedì 25 febbraio 2025

lunedì 24 febbraio 2025

Il carnevale a colori

L'hai mai visto un carnevale in bianco e nero? Io no. Anche il più piccolo, anche il più semplice, veste di colori. Sarà per questo che esser nato negli ultimi giorni di febbraio ha la sua fortuna: il carnevale. Arrivi alla festa attraversando il colore. Ed è una festa pur questa. Anche se poi, negli anni della giovinezza, l'hai pure schifato, il carnevale. Finché ti sei appassionato alle maschere. Hai apprezzato la cartapesta. Hai compreso il piacere, e la necessità, del camuffamento, del pubblico gioco in cui ti rappresenti come non sei. Si chiama teatro, certo. Ma ha un altro nome: carnevale. Ed ha una storia più lunga della tua. Approfittane.
Negli scatti il carnevale di Rigutino (AR). Ieri.



domenica 23 febbraio 2025

Nel frattempo a Isola Dovarese... parte 4

Nuovo appuntamento con il gioco con gli scatti dell'edizione 2024 del Palio di Isola Dovarese: ODISSEA - De Hominis Itinere.

Oggi sono di scena i Lestrigòni. Non ce ne voglia Omero ma per noi è stata l'occasione per un omaggio al màgher, il gioco storico di Isola Dovarese che anima, nel cuore degli isolani, ogni edizione del Palio, e ai ciottoli del fiume Oglio che rendono la latta "magra" a tal punto da sfavorire uno dei concorrenti.
Le immagini sono di Andrea Gaviraghi e Nicola De Crecchio.
I testi provengono da L’ODISSEA DI OMERO tradotta in volgare fiorentino da M. Girolamo Baccelli e sono stati parte integrante dello spettacolo, narrati dalla voce off.
Ideazione artistica: Emanuele Tira.
Regia: Gianni Micheli.

Ricordo le date del Palio di Isola Dovarese 2025: 12, 13 e 14 settembre. Ci vediamo a Isola Dovarese!