Quel che resta oggi del monumento a Giuseppe Verdi, in piazzale della Pace a Parma, mi dà da pensare.
Eretto a partire dal 1913, in occasione del centenario della nascita del celebre compositore, sottratto al suo contesto originale dai bombardamenti del 1944 prima e da scelte edilizie poi, oggi tra il granito e il bronzo opera di Ettore Ximenes sembra riposare un Verdi con i panni di Rocco Siffredi circondato da muse/attrici rigorosamente svestite o quasi.
Bisogna dunque arrivarci preparati. Oscurare il telefonino. Ripensare al nudo decorativo ed allegorico. E rimettere in gioco l'opera di Verdi in termini di purezza e forza dei valori, sposandola ad un periodo storico in cui il nudo, in scultura e pittura, trasmetteva bellezza, forza e spiritualità.
Solo così Rocco può tornare Giuseppe. Mentre le muse restano muse perché i musi non esistono o sono quelli lunghi, quelli col broncio. Quelli che, alla fine dei conti, non hanno capito.