martedì 17 novembre 2020

Il presepio di plastica - di Gianni Micheli (anno 2005)

Delle tante cose fatte nella vita, di questa sono proprio orgoglioso. Ve la presento oggi ma sono passati ben 15 anni dalla sua realizzazione. Il tempo è quello giusto: il mese di novembre. L'obiettivo: realizzare un presepio o presepe utilizzando e combinando materiali di scarto e di riciclo.
Al progetto "Il presepio di plastica" presero parte non pochi bambini ed è una delle ragioni chi mi hanno spinto a pubblicare il video soltanto oggi, a 15 anni di distanza. Fu un progetto nato in collaborazione con la Circoscrizione Saione di Arezzo (quando ancora le circoscrizioni esistevano e avevano luoghi e obiettivi) grazie al suo presidente Renato Peloso a cui va un mio nuovo grazie di cuore perché non fu semplice mettere in piedi la cosa e fare accettare l'idea. Come fu grazie al Punto Shopping di Via Tortaia (anche in questo caso sono cambiate non poche cose) che fu possibile realizzarlo, utilizzando a piene mani e a piena creatività i rifiuti del supermercato (ce n'era una stanza piena ed io vi avevo accesso!).
Il tempo è quello giusto per costruire nuovi presepi di plastica. La plastica, ahimè, non manca come non manca il tempo per mettersi all'opera! Chi si cimenterà con il progetto è caldamente invitato a condividere disegni e foto!

Quello che segue è quanto scrissi a suo tempo per raccontare il progetto:

RICICLANDO IN FANTASIA

Delle tante porte per entrare in un centro commerciale c'è quella che dà sul retro, sul magazzino dei rifiuti. Si entra e ci si imbatte in scatoloni, scatoline, scatolette di carta, di legno e di plastica, buste grandi e bustine, oggetti vecchi e rotti, insomma in un vero e proprio centro commerciale alla rovescia dove le mercanzie, alte come palazzi, anziché luccicare per finire nelle case, si impolverano prima di precipitare nelle discariche, negli inceneritori o, quando va bene, nei cassonetti del riciclo dei rifiuti. Così per i molti oggetti che entrano nelle nostre case avvolti da una plastica o da un cartoncino spesso inutile, a volte ingombrante e sempre da cestinare.
Eppure questi centri commerciali alla rovescia possono essere anche fonti di grandi idee per chi abbia voglia di lavorare con le mani e con la fantasia, specialmente in famiglia. Grandi idee per guardare i rifiuti con occhi non commerciali ma artistici, geometrici e “materialistici” nel senso nobile del termine ovvero di (ri)valutazione della materia di “scarto” nel suo essere fisicamente presente al mondo e non solo nel suo accompagnare, per un breve tratto, qualcos'altro - come se poi, eseguito il suo compito, scomparisse per magia nei buchi neri del cosmo infinito e non restasse invece ad inquinare le nostre strade, i nostri boschi, le nostre falde acquifere e ancora e ancora. L'occasione dunque per fare di un rotolo di carta igienica, nella sua splendida e meccanica rotondità, il tronco di un albero nano e del contenitore in plastica della uova un pescatore seduto e sorridente. E magari di risparmiare qualche euro di acquisti e regali in plastica, che ce n'è sempre bisogno (e i bambini si divertono lo stesso e forse anche di più).
Come, ad esempio, è successo ad Arezzo, nella galleria del Centro Commerciale Punto Shopping, dove un nutrito gruppo di ragazzetti dai nomi belli italiani e non (questi i nomi, che segnalo a riconoscimento dell'impegno profuso: Alessia, Andrea, Aurora, ancora Aurora, Clara, Denis, Elisabetta, Erika, Giorgia, Greta, Jasnoor, Kiara, Leondra, Maicol, Martina, Michela, Noemi, Sara, Sharon, Siddarta, Sofia, Sofien, Veronica) pieni di voglia di fare, guidati dal sottoscritto, si sono ingegnati per tutto il mese di novembre a dar vita, dai rifiuti familiari e da quelli del centro commerciale, grazie al sostegno dei commercianti, ad un presepio di plastica (in esposizione dal 4 dicembre 2005 al 7 gennaio 2006) interamente costruito, a parte la colla, con scarti, rifiuti e immondizia varia (pulita e lavata). Non vi dico la soddisfazione, specialmente quando nel gioco, che pareva infantile (immaginatevi un grosso spazio ricoperto di plastica nera cosparso di ritagli di cartone, di plastica e di stoffa e di bambini seduti e sdraiati come in una spiaggia di detriti urbani), sono entrati anche gli adulti, i più curiosi, mamme, nonne e nonni, cercando la stoffa più appropriata per un vestitino da far indossare alla loro bambola di plastica oppure la plastica migliore per far stare in piedi il loro pupazzetto di cartone.
Ma ecco dunque alcuni tra i materiali utilizzati, per dar conto dell'iniziativa e di quanti siano i rifiuti su cui possiamo metter mano: bottiglie e vaschette di plastica; tappi di plastica e di sughero; cartoni da imballaggio e cartoncini da confezioni di giochi, merendine, alimentari, sanitarie…; rotoli di carta igienica e carta cucina; riviste, giornali e brochure pubblicitarie; fogli di carta; sacchetti per la spesa; spaghi e corde; carta d'alluminio; confezioni per le uova; retine per la frutta; ritagli di stoffa. E queste le figure e le strutture del presepio messe in piedi: la sacra famiglia con le stelle e gli angioletti, una superstrada, un centro commerciale con tanto di parcheggio, un paesaggio alpino e industriale, un deserto e un'intera foresta, un condominio ammobiliato, una processione di pastori e una di signore ben vestite.
Non potrei concludere questo breve sunto, nel motto di riciclare in fantasia, senza indicare almeno una figura da realizzare a casa, con figli e nipoti, per “riciclare anche le idee”: il pescatore seduto. Occorrente: un paio di forbici, una goccia di colla, 5 centimetri di scotch di carta, una rivista da cui ritagliare un bel volto sorridente (potete ritagliarlo anche triste, se lo trovate… ma ne vale la pena?) e qualche macchia di colore, una confezione di plastica per le uova, una vaschetta di plastica, un retino per la frutta, una busta di plastica azzurra, una busta di carta da pane color terra. E buon divertimento!