domenica 1 aprile 2012

L’impiccato del Teatro di Anghiari

Caro Lettore,
pullulare d’emozioni, ieri, per Credoinunsolodio ad Anghiari. Il debutto della stagione teatrale 2012. Il teatro gremito. Il pubblico straordinario. Amanda Sandrelli, come al solito, impeccabile ed eccellente. Quel po' dell'Orchestra Multietnica di Arezzo... beh... squillante. M’inchino di fronte a questa 17° stagione teatrale che ha preso avvio e alle idee e alle parole del suo direttore artistico, Andrea Merendelli. Chi ha visitato il sito o preso il dèpliant tra le mani se n’è accorto: la platea del gioiello teatrale anghiariese è il sepolcro d’un impiccato. Tentato omicidio? Ricercato suicidio? Eppure ancor si muove! Lascio dunque la voce, e le motivazioni, allo stesso Merendelli, prelevando a piene mani dalla presentazione della Stagione, lieto d’averne fatto parte (non me ne voglia l’autore).

«Un nodo scorsoio scorre intorno alla gola, stretto dalle mani dei tempi. Incombe la stretta fatale, ma non dà scadenze o tempi d’esecuzione. E allora si procede, deglutendo a fatica. Ovunque, in piccoli spazi o grandi teatri. “Tempi duri, ah, che tempi…” La retorica della durezza dei tempi, l’epidemia dei nodi scorsoi, la stagione teatrale numero 17 della storia del Teatro di Anghiari: ce n’è a sufficienza per cambiare mestiere e dedicarsi all’agricoltura biologica o all’assalto di baleniere insieme a Greenpeace, oppure per convertire il Teatro in sala di lap-dance o miniappartamenti. Ma qui entra in gioco la Storia, che non sembra ma conta e dice sempre la sua: la Storia delle centinaia di eventi messi in piedi in quasi 20 anni di attività, delle migliaia di spettatori e di allievi dei corsi di Teatro che affollano anche oggi il nostro meraviglioso teatrino. La Storia dei corsi con le scuole, con le Asl, con i Ser.t, per produrre “benessere” alle nuove generazioni, anche attraverso il Teatro. Una Storia che sempre più spesso si intreccia con tutte le realtà che producono cultura ad Anghiari e in Valtiberina, con fruttuose collaborazioni dettate proprio dai tempi: o si sta insieme, o si muore. E se questa Stagione n. 17 si farà, un grazie va a tutti gli anghiaresi e a tutte quelle associazioni o enti che, invece di stare sugli alberi a criticare e non muovere mai un dito, frequentano il Teatro, lo vivono e danno il loro disinteressato contributo perché sopravviva questo spazio di civiltà, apprezzato da tutti anche fuori dalle patrie mura. L’ultimo ringraziamento va proprio agli artisti che, conoscendo la Storia del Teatro di Anghiari direttamente o indirettamente, hanno accettato di essere ospiti della Stagione Teatrale a condizioni di vera amicizia. Grazie a loro, il nodo alla gola è più lento e si respira meglio».

Grazie a te. Grazie a voi.