Caro Lettore,
leggi queste da Marcel Proust, Sulla lettura (RCS):
leggi queste da Marcel Proust, Sulla lettura (RCS):
«Confesso che un certo uso del passato prossimo, - di questo tempo crudele che ci presenta la vita come qualcosa di effimero e, insieme, di passivo, e che, nell’atto stesso in cui rievoca le nostre azioni, conferisce loro un carattere illusorio e le annichila nel passato, senza lasciarci (come il passato remoto) la consolazione dell’attività, - è rimasto per me una fonte inesauribile di misteriose tristezze» (p. 45).
«Noi sentiamo benissimo che la nostra saggezza comincia là dove finisce quella dello scrittore; e vorremmo che egli ci desse delle risposte, mentre tutto quanto egli può fare è solo d’ispirarci dei desideri» (p. 54).
«Senza dubbio, l’amicizia, - l’amicizia per le persone, è una cosa frivola; e la lettura è un’amicizia. Ma almeno è un’amicizia sincera; e il fatto che si rivolge a dei morti, a degli assenti, le conferisce qualcosa di disenteressato, di quasi commovente» (p. 68).
«Davanti al romanziere siamo tutti come gli schiavi davanti all’imperatore: con una parola, egli può renderci liberi» (p. 119).
«Noi sentiamo benissimo che la nostra saggezza comincia là dove finisce quella dello scrittore; e vorremmo che egli ci desse delle risposte, mentre tutto quanto egli può fare è solo d’ispirarci dei desideri» (p. 54).
«Senza dubbio, l’amicizia, - l’amicizia per le persone, è una cosa frivola; e la lettura è un’amicizia. Ma almeno è un’amicizia sincera; e il fatto che si rivolge a dei morti, a degli assenti, le conferisce qualcosa di disenteressato, di quasi commovente» (p. 68).
«Davanti al romanziere siamo tutti come gli schiavi davanti all’imperatore: con una parola, egli può renderci liberi» (p. 119).