lunedì 29 novembre 2010

Da Faenza

Caro Lettore,
questo lunedì non è come tutti. Noi dell’OMA siamo un poco più grandi e un poco più forti. Poco, certo, ma in forma “indipendente”, che è quanto ci aggrada. Indipendente come il MEI, il Meeting delle Etichette Indipendenti, che sabato ci ha coccolato nel ventre di Faenza, nella pancia del Teatro Masini, bello e trionfante.
Faenza era fredda ma serena. Risuonava in ogni angolo del centro, nei cuori delle piazze. Brillava di musica e noi ne facevamo parte. Ninnoli di un gigantesco albero natalizio per far sorridere il mondo, e farlo ballare.


Ci abbiamo provato. In un’organizzazione ferrea, ma puntuale, abbiamo portato da Arezzo a Faenza il nostro modo di intendere la musica e le ragioni per cui amarla. Il Premio “Suoni di confine” promosso da Emergency e conferitoci dal MEI ne è l’inaspettata (ma meritata, voglio aggiungere) gratificazione.
Del concerto, poi, non posso dirti molto. In una notte piena, condivisa con tanti artisti, il nostro tempo a disposizione era di solito quanto ci basta per scaldar le mani prima che i suoni prendano la parola. Ma di più non era possibile fare. E allora bene così.


Voglio però raccontarti di questa felice notizia che renderà la trasferta a Faenza dell’Orchestra Multietnica di Arezzo forse memorabile, se non per tutti certo per molti. Da oggi anche per te. La nostra più piccola mascotte, il secondogenito di Salma Akter, cantante bengalese, nei camerini del teatro Masini ha mosso per la prima volta i suoi passi nel mondo… senza sostegno. Grandioso! Anche lui, il suo premio, se l’è portato a casa! Andava detto. 


P.S.
Caro nuovo piccolo passeggiatore sul mondo. Non so se riuscirai mai a leggere queste parole, ne dubito fortemente. In ogni modo accogli questo mio pratico consiglio. Studia la musica. Impara a leggerla e a goderne. Segui i consigli di tua madre: se ne intende. Ma poi, se avvertirai d’essere portato per una qualche professione che il mondo riconosce come “pratica” e “utile”, buttatici a capofitto, distogli ogni pensiero dal dedicare il tuo tempo, se non quello perduto, all’arte dei suoni - e all’universo che chiamasi “cultura” in senso lato -, e usa la musica solo per il tuo dopocena. I vantaggi che ne avrai sono indicibili, specialmente nel mondo che ci prospettano i nostri governanti, anche se non potrai pubblicare sul tuo blog le foto dei tuoi concerti. Fai un po’ tu… io te l’ho detto.