Avendo pochi minuti per una passeggiata nel centro di Pergine Valsugana (TN), il consiglio in generale è di non perdere via Maier, ovvero la via intitolata a Vittorio Maier, uno dei protagonisti della bonifica delle Paludi perginesi, un tempo denominata Contrada 'Taliana. La strada, ampia, è piacevomente percorribile, al di là del traffico, per quella conformazione rinascimentale che porta ad alzare gli occhi e perdersi in qualche dettaglio che il tempo ha lasciato intatto - qualche schiaffo, certo, gliel'ha dato - in quasi 500 anni.
Anche il Comune, altezzoso nonché sopraelevato, si fa guardare e fotografare, con una ricca storia architettonica che intreccia secoli e disavventure, come l'incendio che nel 1713 danneggiò la struttura antica.
Passo dopo passo è da segnalare l'incontro con la chiesa della Natività di Maria, fondazione risalente al 1785 anche se ne viene attestata l'esistenza dal 1183. Dei primi anni del XVII secolo, invece, è la chiesa conventuale del Santissimo Redentore anche se ricostruita nel 1906, dopo la demolizione, ispirandosi per la facciata alla basilica di San Babila, a Milano.
Per finire è d'obbigo una sosta al Teatro Comunale di Pergine (lì accanto c'è perfino la biblioteca). Qui la cultura trova una sua casa accogliente, qualche libro con l'aspirazione a farsi quadro e perfino una tazza di cioccolata calda.
Non dico nulla del castello (ma ne ho parlato qui) perché i miei piedi non ci sono arrivati. Di certo merita ma servono ben più di pochi minuti per arrivarci.