Si chiama “fontana lunga” ma in quest’inverno atipico, tra le foglie cadute lì dove l’acqua si sarebbe dovuta colorare di cielo, non riesco più a vedere una scultura, non leggo più il gioco dei bimbi sull’acqua, assente, ma l’attesa di chi non ha potere e il fallimento, irreversibile, nei suoi occhi, della nostra generazione.