Chi non ha mai provato il piacere di ricongiungersi con un libro può fare a meno di leggere quello che segue. Da Stefan Zweig, Novella degli scacchi (Newton Compton).
«Mi accostai e, dalla forma rettangolare della sporgenza, credetti di riconoscere ciò che nascondeva quella tasca: un libro! Le ginocchia presero a tremarmi: un LIBRO! Erano quattro mesi che non tenevo in mano un libro, e già la sola idea - un libro nel quale poter osservare parole allineate, righe, pagine e fogli, un libro dal quale potere leggere, inseguire, mandare a mente pensieri nuovi, sconosciuti, capaci di distrarre - aveva un che di inebriante e allo stesso tempo di stordente. Gli occhi continuarono a fissare il piccolo rigonfiamento formato dal libro dentro la tasca, guardando ardenti quel punto invisibile come se volessero incendiare la stoffa sino a fare un buco nel cappotto. Già solo il pensiero di poter toccare un libro con le mani attraverso il tessuto mi incendiava i nervi delle dita fino alle unghie» (p. 87).
«Mi accostai e, dalla forma rettangolare della sporgenza, credetti di riconoscere ciò che nascondeva quella tasca: un libro! Le ginocchia presero a tremarmi: un LIBRO! Erano quattro mesi che non tenevo in mano un libro, e già la sola idea - un libro nel quale poter osservare parole allineate, righe, pagine e fogli, un libro dal quale potere leggere, inseguire, mandare a mente pensieri nuovi, sconosciuti, capaci di distrarre - aveva un che di inebriante e allo stesso tempo di stordente. Gli occhi continuarono a fissare il piccolo rigonfiamento formato dal libro dentro la tasca, guardando ardenti quel punto invisibile come se volessero incendiare la stoffa sino a fare un buco nel cappotto. Già solo il pensiero di poter toccare un libro con le mani attraverso il tessuto mi incendiava i nervi delle dita fino alle unghie» (p. 87).