sabato 15 febbraio 2014

La macchina del tempo

Finisce la settimana e torno a casa. Ho strapazzato la mia macchina del tempo e nemmeno poco. Per qualche giorno la lascerò a riposo.
La scrittura attoriale che mi ha impacchetato in teatro datava l’inizio della positura del tempo agli anni ’20 del secolo appena passato ma in 75 minuti serrati precipitare tra gli orrori dell’ultima guerra d’Italia per riemergere con la Liberazione è stata un’emozione che ancora non riesco ad archiviare (con un grazie ad Adelmo Cervi per la sua preziosa presenza in teatro).
Serviva spazio per recuperare, per fermare i battiti incessanti dell’emotività adrenalinica.
Non potendo dunque tornare precipitosamente nella modernità, da quel finire di guerra che segna la nascita di una Costituzione che considero casa, ho portato la macchina del tempo indietro di 600 anni, nel Medioevo dell’Albero d’Oro che illumina il Museo Comunale di Lucignano, quando appena sorgeva dalla mente del suo creatore come reliquiario e oggetto di santità.

E così c’è stato Amore, in questi anni, per l’oggetto del desiderio e del pensiero e ho volato come penna leggera nel mio essere destino di questo mondo.

Per chi volesse approfondire rimando:
1) all’album completo del debutto de “7 (erano i fratelli Cervi)” con le fotografie di Sara Coleschi: “7 (erano i fratelli Cervi)”;
2) all’album della replica de “Il Vanto del Buon Amore” presso il Museo Comunale di Lucignano con le fotografie a cura del sottoscritto: “Il Vanto del Buon Amore”.
Buona visione!