giovedì 15 marzo 2012

Teatro di poesia… cenciosa!

Caro Lettore,
intanto che ti mostro la locandina e i compagni di viaggio della Stagione Teatro Ragazzi del Comune di Arezzo, lascia che ti esponga due considerazioni. D’altronde, parlando di “teatro ragazzi” e “teatro per la scuola”, quindi di “teatro che educa”, le considerazioni ci stanno bene. Sono parole non mie ma di Charles Dickens, il grande Dickens ai suoi esordi letterari (Il Circolo Pickwick), e questo avvalora certo il fatto che siano state espresse e scritte e tramandate e lette da migliaia di uomini e donne (l’edizione che ho io è quella firmata Oscar Mondadori del 1971, alla pagina 50 e 51).
La prima:
«Ah! la poesia sta alla vita come le luci e la musica al palcoscenico: private questo dei suoi falsi ornamenti, e quella delle sue illusioni, e cosa resta di vero che valga la pena di vivere o di amare?».
La seconda:
«Chiunque abbia una certa conoscenza del mondo teatrale sa quale accozzaglia di gente cenciosa e stretta dalla miseria graviti intorno al palcoscenico di un grande teatro […]».
Ecco due buoni spunti per un tema in classe (in testa) da allungare con un po’ di sincerità.