giovedì 20 novembre 2025

A tutti i carcerati

Concluso il viaggio con “La regola del silenzio” di Oscar Farinetti (Bompiani), mi terrò tre periodi, tre lampadine accese di un volume che tanto deve e regala alla lettura, alla pagina, alla parola. Ad iniziare dalla dedica, una tra le più belle che ho letto in questo 2025, per tornare indietro attraversando la letteratura e i libri.

(Pag. 300) Dedico perciò questo romanzo a tutti i carcerati, reali e metaforici, con l’augurio che la loro voce possa sempre trovare ascolto. Perché la parola è il solo, vero strumento che abbiamo per comprendere il male, ricucire le ferite, difendere pace e libertà.

(Pag. 214) La letteratura era lì, nel suo fragile corpo fatto di carta e inchiostro ma con tutta la sua potente, incomparabile capacità di farsi strumento di liberazione e rinascita.

(P. 119) I libri mi aiutavano molto. Perché la cosa bella che trovi nei libri è la meraviglia dell’imperfezione della vita, l’oscuro che diventa cifra percepibile. E si tratta di una cifra bellissima, proprio perché è inafferrabile.