sabato 18 ottobre 2025

Comici spaventati guerrieri

Mi sono imbattuto in “Comici spaventati guerrieri” di Stefano Benni di un lontano anno 1986. Che linguaggio arduo. Che anni difficili, sembravano. E forse lo erano e lo sappiano noi oggi che lì nasceva il disagio di questo nostro esistere.
Tratterrò per me tre punti.

Il primo mi ricorda quegli stessi anni. Tenevo pur io la cartamoneta da cinquecento lire per comprare il cono gelato. Ed ora, nel 2025, ho lo stesso pensiero sul tempo. La citazione è a pag. 86 dell’edizione 2023 di Feltrinelli.

Lucio decise di seguire l’indicazione del velocipede, e brandendo una cartamoneta da cinquecento entrò nella locanda sormontata dalla parola luminosa “Ice cream”. Subito vide che le cinquecento lire non avrebbero potuto comprare neanche un sospiro di mirtillo.
Nulla rende l’idea del tempo passato
Quanto il crescer del prezzo del gelato.

La seconda è un canto senza respiro. Un monologo di quegli anni che è rimasto appeso al muro come un dipinto a colori in stile Ulisse di Joyce. È da pag. 93 a pag. 96.

Lee inizia a parlare, uno di quei fuochi di artificio che lei ben conosce. Devo trovare un uomo. Si chiama Coccodrillo. Spaccia. O forse non è lui. Sai se Leone si bucava? Tu dici di no, ma spesso non si dice neanche a chi ti sta vicino. No, hai ragione tu, Leone non era il tipo. Però cosa faceva li a Bessico? C'è quel tipo, Federico, un fascista ripulito, l'ho preso da parte, mi ha spiegato le virtù di quel palazzo. Ho imparato a imitarli sai, a volte cammino e parlo come loro, sento quello che pensano, non ci credi? Mi hanno portato via i miei libri, certi vanno bene altri no, dicono, proprio come in carcere, e anche sei punture di Zerol mi fanno e io mi alzo e corro via e loro ci restano di merda, il dottore ha detto, questo è come se c'avesse dentro un'altra chimica, ed è vero, non guardarmi così: è la scienza che lo dice, tutte le volte che guardi più profondamente una cosa, trovi nuovo disordine, nuove particelle, figure nella polvere e tutto quello che sapevi di quella cosa salterà in aria. Hai mai visto i matti guardare sempre nello stesso punto? Tu non sai cosa possono vedere e non sai perché resto sveglio e non voglio salvarmi ad ogni costo, non guardarmi così. Una volta ci
somigliavamo, eravamo tre note di un accordo, leone Cina e zingara, ma poi c’è un punto in cui i fili si rompono e gli altri si allontanano. Ma i bastardi li vedo bene sì, quelli sono ancora al loro posto pazzi di rabbia perché per una volta li abbiamo smascherati, e non ce la perdoneranno mai nei secoli dei secoli e allora è guerra, non farmi i tuoi discorsi miti, la mitezza è un privilegio grande ma il dolore la avvelena in un attimo, io esco da quella galera e la città è peggio che mai, la gente cade per terra, parla da sola, vomita e crepa e tutti passano e non hanno visto niente, e si affrettano a dare nuovi eleganti nomi alla loro corruzione, e ogni tanto parlano dell'uomo comune, ipocriti, l'uomo comune che vi piace è stupido e avido come voi, così lo vorreste, un vigliacco che può ammazzare per vigliaccheria, mentre loro ammazzano per necessità, per i loro divini soldi, Lucia, sono loro ora gli estremisti, violenti assassini estremisti dell'ideologia più ideologia del secolo, un'economia più sacra di una religione, più feroce di un esercito, ricordando bene con un brivido quando tutto salterà in aria, quando s oscurerà, malattia senza sintomi, caos di geroglifico incomprensibile e voi sempre più crudeli informati impotenti in mezzo alla strada, e chi raccoglierà i frammenti allora gli oggetti i rottami, magari ci fosse qualcuno, magari ci sarà davvero Lucia, questa è la speranza e intanto brucio e non c’è nessun patto da firmare né col diavolo né con la rassegnazione, Lucia, siamo un'altra cosa da sempre fortunatamente e non guardarmi così no, non ho finito, te lo dico io chi ha ucciso Leone, forse uno di questi che una volta facevano i compagni e hanno spacciato per anni e dicevano che erano i fascisti, col cazzo, vieni con me a vedere chi sono, oppure hai paura, scusami non venirci, son posti schifosi ci nuota il coatto si dice adesso, come suona bene, peccato che tutti i compagni non siano come te Lucia, vieni a vedere questo Coccodrillo spia della polizia, me l'ha venduta tante volte la roba e quando ho smesso me la lasciava gratis sul sedile della macchina, generoso, vero? Come quelli che ti lasciavano l'esplosivo in casa e dicevano ognuno deve fare la sua parte, eppure c'è chi mi ha salvato tante volte, parlato, anche tu Lucia, e ci sarà alla fine una verità Lucia e scopriremo la verità giù nell'acqua e su fino al più altissimo porço non ci credi? dimmi di sì, io brucio dentro questa storia e non ne vedrò la fine, ma scopriremo la verità, perché se c'è solo un po' di verità c'è speranza e chi l'ha fatta brillare ha fatto abbastanza e non importa se poi non si salverà, salvarsi per avere cosa, questo mondo dove continuano a insultare chi è debole, Lucia, se penso a tutte le persone pulite che ho incontrato e continuano a offenderle Lucia, le uccidono, non ci sono parole per questo delitto, non si può sopportare tutto questo capisci Lucia quando sono nella mia stanza e qualcuno urla anche con gli occhi si può urlare Lucia, Lucia mi chiedo, che cosa è successo, perché fingete di non vedere, vorrei capire qualche volta Lucia, ma sapessi che musica nella testa, negli oggetti consumati, e dopo quanto veleno ti senti addosso Lucia, e allora pensa se non fosse così, se non ci credessi più, se tossi perbene Lucia saremmo una coppia normale, io e te, al ritorno dal cinema andremmo a casa e non saremmo perduti in una città di notte, ma quelli perbene forse sono perduti lo stesso Lucia, ma se almeno ascoltassero, se capissero che l'altra metà di verità per quanto si può raccontare solo urlando è l'altra metà necessaria, Don si può togliere via non si può dimenticare, alla fine solo il dolore esiste come esisto io, un matto per strada, un matto è una persona che non sa dove andare, niente di più Lucia, tu puoi capire, tu che sei benedetta tra le donne, tu che mi hai visto felice, tu che sei coraggiosa tu che a volte mi hai lasciato solo come un cane tu che adesso per favore scendi non guardarmi ti dico, questo è un sentiero per comici spaventati guerrieri e io non voglio né vincere né perdere solo che tu mi ricordi e dopo che mi anneghino nello zero di quelle medicine e mi chiamino come vogliono e tornino a raccontare le loro storie, non sono vere, manca metà, tu lo capisci cara, almeno tu e allora scendi per favore.
"Vengo con te," disse Lucia.

La terza perché a quasi quarant’anni di distanza tutti dicono “che sporca cosa è la guerra” ma pensano ancora che è bella ed eccitante. Anzi, qualcuno, senza memoria, ha smesso di pensarlo ed ha perfino iniziato a dirlo. Da pag. 98 a pag. 99.

Ridiscendiamo al primo piano. Sandri guarda un film di guerra e gli piace, è uno di quei film dove tutti dicono "che sporca cosa è la guerra" ma si capisce che invece il regista pensa che è bella ed eccitante. È così rassicurante pensare che per mille coglioni che parlano contro la guerra ne basta uno fidato che metta un po’ di tritolo nel posto giusto per raccendere tutto, come il gas. Sandri guarda la sua collezione di pistole e la trova più bella e fatale di qualsiasi collezione di pipe. Dopo il film c'è un dibattito con un intellettuale pacifisso. Stronzi. Abbiamo letto anche noi, cosa credete? L'Iliade è un libro sull'ira, l'Odissea sull'incazzatura di un dio vendicativo e l'Eneide un massacro e l’Orlando è furioso e la Gerusalemme mica la liberano col carro attrezzi e Shakespeare finisce sempre a spadate e Don Chisciotte non l'ho letto ma se è Don sarà tipo "il padrino" con sangue e mitragliate. Si guarda allo specchio, gonfia il torace, si trova niente male. Non come Rambo, ma non importa. I Rambi passano, i Sandri restano.