Mi sono ritrovato a viaggiare con Edward Rutherfurd. Inizierò da New York (Mondadori).
«Cappelli. Tutti desideravano un cappello di feltro, anche se soltanto i più ricchi potevano permetterselo. I cappellai che li producevano a volte impazzivano, avvelenati dal mercurio che impiegavano per separare il feltro dal pelo. E forse, Van Dyck lo confessava a se stesso, c’era davvero una vena di follia in questo: che un’intera colonia, forse un impero, potesse essere fondato per un cappello alla moda e che uomini rischiassero la vita e si uccidessero a vicenda. Ma era così che andava il mondo» (p. 29).
«“Il vizio privato non rende un uomo indegno di un ufficio pubblico?”
E a quel punto la signora Albion guardò Mercy con sincero, anche se bonario, stupore. “Be’, se così fosse, non rimarrebbe nessuno per governare il paese.”» (p. 215).
«Cappelli. Tutti desideravano un cappello di feltro, anche se soltanto i più ricchi potevano permetterselo. I cappellai che li producevano a volte impazzivano, avvelenati dal mercurio che impiegavano per separare il feltro dal pelo. E forse, Van Dyck lo confessava a se stesso, c’era davvero una vena di follia in questo: che un’intera colonia, forse un impero, potesse essere fondato per un cappello alla moda e che uomini rischiassero la vita e si uccidessero a vicenda. Ma era così che andava il mondo» (p. 29).
«“Il vizio privato non rende un uomo indegno di un ufficio pubblico?”
E a quel punto la signora Albion guardò Mercy con sincero, anche se bonario, stupore. “Be’, se così fosse, non rimarrebbe nessuno per governare il paese.”» (p. 215).