Caro Lettore,
il periodo induce a riflettere. Guy Debord lancia la sfida:
«Questa epoca, che mostra a se stessa il proprio tempo essenzialmente come un ritorno precipitoso di innumerevoli e varie festività, è però anche un’epoca senza festa. […] Quando le sue pseudo-feste volgarizzate, parodie del dialogo e del dono, incitano a un sovrappiù di spesa economica, non restituiscono che la delusione sempre compensata dalla promessa di una nuova delusione. Il tempo della sopravvivenza moderna deve, nello spettacolo, vantarsi tanto più a gran voce quanto più si è ridotto il suo valore d’uso. Alla realtà del tempo si è sostituita la pubblicità del tempo».
il periodo induce a riflettere. Guy Debord lancia la sfida:
«Questa epoca, che mostra a se stessa il proprio tempo essenzialmente come un ritorno precipitoso di innumerevoli e varie festività, è però anche un’epoca senza festa. […] Quando le sue pseudo-feste volgarizzate, parodie del dialogo e del dono, incitano a un sovrappiù di spesa economica, non restituiscono che la delusione sempre compensata dalla promessa di una nuova delusione. Il tempo della sopravvivenza moderna deve, nello spettacolo, vantarsi tanto più a gran voce quanto più si è ridotto il suo valore d’uso. Alla realtà del tempo si è sostituita la pubblicità del tempo».