sabato 21 febbraio 2015

Roberto Vecchioni

Cortona Mix Festival Winter Edition! Che gran bella serata, ieri! Oltre due ore di racconti, letture, musica. Sbalzi dell’emozione. Il Teatro Signorelli di Cortona pieno di semini in forma umana quali omaggio a un protagonista della canzone italiana e molto di più: Roberto Vecchioni.
Il mio ringraziamento lo trovate nelle #PagineAllegre, su ArezzoOra.it ma, vi assicuro, imbrigliare ciò che è stato in una forma idonea al racconto non è stato semplice!

lunedì 16 febbraio 2015

Il gioco universale del pallone

L’avete letta l’ultima tra le #PagineAllegre? La trovate su ArezzoOra.it e s’intitola: Il gioco universale del pallone. Per i residenti di Arezzo: riconoscete il parco?

lunedì 2 febbraio 2015

La riforma delle tasse di Dova’le

In tempi di riforme, come questi, vale segnalare la riforma delle tasse proposta da David Grossman in Applausi a scena vuota (Mondadori).

«E, a proposito, Netanya, visto che siamo arrivati a parlare delle mie teorie economiche, vorrei sottolineare subito, onde evitare dubbi, che sono a favore di una riforma globale del mercato finanziario! Dova’le fa una pausa, respira, si posa le mani sui fianchi e sogghigna: Sono un genio, sul serio, mi escono di bocca parole che nemmeno capisco! Sentite bene, è da almeno dieci minuti che sono convinto che le tasse vadano calcolate solo ed esclusivamente in base al peso di un individuo. Non un grammo di più! Un’imposta sulla ciccia! Mi lancia un’altra occhiata, stupita, quasi spaventata. Cerca in me il ragazzino magro di un tempo. Cosa ci sarebbe di più giusto, ditemi? Di più imparziale al mondo? Ancora una volta solleva la maglietta fin quasi al mento, arrotolandola in modo seducente e rivelando ai nostri occhi una pancia scavata, attraversata da una cicatrice, un torace stretto e costole orrendamente sporgenti su cui è tesa una pelle secca e ulcerata. Si potrebbe calcolare questa tassa in base al numero dei menti, come ho detto, o si potrebbero applicare scaglioni di imposta. Ancora non abbassa la maglietta. Gli spettatori lo fissano disgustati, qualcuno distoglie lo sguardo e risuonano deboli fischi. Dova’le osserva le reazioni con entusiasmo palese, vorace. Esigo una tassazione progressiva sulla ciccia! Con aliquote fissate in base ai rotolini di grasso sulla pancia, sui fianchi, sul culo, alla percentuale di cellulite, di tette flosce per gli uomini e di carne flaccida alle braccia per le donne! E la cosa fantastica è che non c’è modo di imbrogliare o di sgarrare! Sei ingrassato? Paga! Finalmente lascia ricadere la maglietta. Francamente non capisco l’idea di tassare chi guadagna soldi. E che c’entra?! Ascoltami bene, pubblico di Netanya. Lo Stato deve far pagare le tasse solo a chi desta ragionevole sospetto di stare bene e di spassarsela in base ai seguenti criteri: a chi sorride fra sé e sé, è cicciottello, sano, ottimista, scopa di notte e fischietta di giorno. Ecco, bisogna far pagare le tasse solo a questi cazzoni. Spellarli vivi e senza pietà!» (p. 12).

domenica 1 febbraio 2015

Nel caffè della gioventù perduta

Siete pronti per un caffè? Vi porterò oggi a spasso Nel caffè della gioventù perduta di Patrick Modiano (Einaudi). Almeno in quella parte che cercherò di trattenere in segni e parole.

«Bowing, uno del gruppo che tutti chiamavano “il Capitano”, si era lanciato in un’impresa approvata anche dagli altri. Da circa tre anni registrava i nomi dei clienti del Condé, via via che entravano, annotando anche la data e l’ora esatta dell’arrivo. Aveva affidato lo stesso compito a due amici al Bouquet e alla Pergola, locali che restavano aperti tutta la notte. Purtroppo in quei due caffè non sempre i clienti volevano dire il loro nome. In fondo, Bowing cercava di salvare dall’oblio le farfalle che volteggiano per qualche secondo intorno alla luce. Diceva di sognare un immenso registro dove fossero annotati i nomi dei clienti degli ultimi cent’anni di tutti i caffè di Parigi, con tanto di indicazione delle sequenze di entrate e uscite. Era ossessionato da ciò che chiamava “i punti fermi”. In quel flusso continuo di donne, uomini, bambini, cani che passano per poi perdersi nelle strade, sarebbe bello, di tanto in tanto, ricordare almeno un volto» (p. 9).