giovedì 25 settembre 2014

Storiella della sera

Eccoci a una storiella per una buona sera e una buona notte da passare senza troppi fantasmi in giro per la casa (e per l’anima). Una storiella musicale con un tocco d’improvvisazione. Ve la potete leggere senza spendere un soldo su ArezzoNotizie.it all’interno del mio magazine, Sottoidiciotto (cercate #sottoidiciotto): È un vaso o è il profilo di un…
Dimenticavo: è anche un quiz!

lunedì 15 settembre 2014

You have not observed

«Quite so! You have not observed. And yet you have seen. That is just my point» - Sherlock Holmes (Arthur Conan Doyle).

sabato 13 settembre 2014

Le favole dell’abbandono: tutti a scuola

Lunedì 15 settembre tutti a scuola… almeno ad Arezzo. Ed ecco che, passando proprio davanti a una scuola, cosa mi capita di vedere vicino al portone d’ingresso, in attesa del passaggio degli operatori ecologici? Un bel pacco di disegni pronti ad una nuova destinazione d’uso. Niente di meglio che scriverci sopra una de… Le favole dell’abbandono: Ritorno a scuola. Naturalmente leggibile gratuitamente all’interno del magazine Sottoidiciotto di ArezzoNotizie.it!

lunedì 8 settembre 2014

Dalla legge di Murphy

Inizierò la settimana con un classico del 1977 (sempre troppo attuale), ricordandovi che, in base alla “Distinzione di Runamok”, incontreremo in questi giorni «quattro tipi di persone: quelli che stanno zitti e non fanno niente, quelli che parlano dello star zitti e non far niente, quelli che fanno qualcosa, e quelli che parlano del far qualcosa» (p. 98). Senza dimenticare, in base alla “Legge di Miksch, che «Se una corda ha un capo, ne ha anche un altro» (p. 40).
Da Arthur Bloch, La legge di Murphy e altri motivi per cui le cose vanno a rovescio (Longanesi & C.).

domenica 7 settembre 2014

Stoner

Da John Williams, Stoner (Fazi Editore):
«Mentre la sua mente era impegnata in quegli argomenti e si confrontava con il potere della letteratura cercando di comprenderne la vera natura, avvertiva un continuo cambiamento: e come se ne fosse consapevole, usciva da se stesso entrando nel mondo che lo conteneva e comprendeva così che la poesia di Milton, o il saggio di Bacon, o la commedia di Ben Jonson che stava leggendo cambiavano il mondo che avevano per oggetto, e lo cambiavano in virtù della loro dipendenza da esso» (p. 35).

sabato 6 settembre 2014

Trova l’intruso al Saracino

Ad Arezzo, come ogni prima domenica di settembre, sta per corrersi la rinomata Giostra del Saracino!
In uno sfavillante frastuono di trombe, tamburi e colori, stamani sono riuscito a scovare un intruso. Ve lo racconto in rima su Sottoidiciotto, il magazine che curo su ArezzoNotizie.it. Buona lettura!

giovedì 4 settembre 2014

mercoledì 3 settembre 2014

Musica scritta vs musica non scritta

«La grande differenza è nella scrittura. Più che distinguere musica classica e pop, bisognerebbe dividere la musica in scritta e non scritta. Il sistema notazionale non esiste da sempre ma è vero che mediamente chi fa musica colta la scrive e chi fa musica pop, no. I musicisti rock (anche quelli che sanno leggere la musica) compongono mettendo insieme i suoni in modo “primitivo”, come si faceva cioè prima della scrittura, un modo quasi originario e genuino. Io vivo nel mondo della musica scritta, dove si realizza un pezzo in modo molto più controllato e complesso. I vantaggi sono che ogni volta il pezzo si può ricreare. Ma non tutti si ricordano una cosa, che prima di Schönberg la finestra della sala da concerto era aperta e comunicava con la strada. Per secoli cioè la canzone popolare è entrata nella composizione accademica. Questa finestra è stata chiusa proprio all’inizio del ‘900, perciò di lì a poco è nata la musica pop e oggi la musica scritta e quella non scritta sembrano non avere relazione. La divisione tra musica seria e non seria invece non ha senso». 
Da: Radiohead versione Reich, Steve Reich intervistato da Federico Capitoni (L’Espresso, N. 35 anno LX, 4 settembre 2014, p. 79).

martedì 2 settembre 2014

Romanzo vs Matematica

Da Murakami Haruki, 1Q84 - Libro 1 e 2 (Einaudi):
«Ma un giorno Tengo si accorse che quando dal mondo dei romanzi tornava in quello reale, non provava lo stesso senso di amara delusione di quando rientrava dal mondo della matematica. Perché? Ci rifletté a lungo e infine giunse a una conclusione. Nella foresta dei romanzi, per quanto il nesso tra le cose potesse sembrare evidente, non succedeva mai di ricevere una risposta chiara. Era quella la differenza con la matematica. Il ruolo del romanzo, per dirla in modo sommario, era quello di mutare un problema, dandogli una forma diversa. E grazie alla natura e alla direzione di quel cambiamento, veniva suggerita, in chiave romanzesca, una soluzione alternativa. Tengo tornava nel mondo della realtà portando con sé quel suggerimento. Era come una formula magica incomprensibile, scritta su un pezzo di carta. A volte mancava di coerenza e non poteva trovare subito un utilizzo pratico. Ma aveva in sé una possibilità. Forse un giorno sarebbe riuscito a decifrare quelle formule magiche. Era una possibilità che gli scaldava dolcemente il cuore dall’interno» (p. 225).