venerdì 28 ottobre 2011

E 4!



Caro Lettore,
benvenuto alla festa dei 4 anni del blog. Già un ragazzino! Ma come? Tu chiedi. Sei andato velocemente a vedere e questo blog inizia proprio dal 28 ottobre di… 1 anno fa! Eh sì, i tuoi occhi non sbagliano: sta proprio scritto 2010. E gli altri 3? Non ci sono più. Come? Non ci sono più! Cancellati! Soppressi! Eliminati definitivamente dalla rete (come succederà anche a questi post tra qualche tempo) e impressi sulla carta. Sulla carta? Ma sì, sì: si sono fatti libro - puoi raggiungerli dalla pagina delle pubblicazioni. A me piace così. Tanto, diciamoci la verità: questo blog, io, lo scrivo per me. Certo, ci sei e ti voglio bene come a un amico un po’ “particolare”, l’amico “irreale” della bella fanciullezza lontana. Però oso dire senza quasi ombra di dubbio che a trarre qualche soddisfazione da questo blog sono proprio io (e solo io?). È il me che non demorde. È il me che apre gli occhi. È il me che rulla l’aria nei polmoni. Tra buona e cattiva. Di puzzo e di profumo. È a questo me che dedico le mie parole. Così lo cullo e lo distendo e, devo aggiungere, nei giorni che sfugge… me lo riprendo!
Suvvia: buon compleanno.

giovedì 27 ottobre 2011

Vorrei dirti che...


Vorrei dirti che non ho paura.
Che saprò proteggerti.
Che potrò parlare.
Ma tu capisci
ed io, che so che sai,
mi tufferò nel mare.

mercoledì 26 ottobre 2011

Sorriso al Bluetooth

Caro Lettore,
è strano quel che si viene a sapere solo attratti da un po’ di curiosità. Da qualche anno, ormai, avere un bluetooth da qualche parte è come avere un fazzoletto nella tasca dei pantaloni. Ho sentito bambini di poco più di 10 anni affermare d’avere il bluetooth nel cellulare. Nella macchina di un mio collega, quando è attivo il bluetooth, se lo chiamano al telefono… partecipo anch’io. Bluetooth… ecco un’altra di quelle parole entrate nell’uso dalla porta principale nel momento stesso in cui il portiere stava in bagno. Risultato? Nessuno ha chiesto firma, passaporto e generalità. Eppure bluetooth ha una bella storia e la racconto su Sottoidiciotto… con un sorriso… al dente blu…
Ti va di leggere l’articolo Sembra fantasia ma… il Re era ghiotto di mirtilli?

martedì 25 ottobre 2011

Estetica di Blogger

Caro Lettore,
ci sono. Ieri apportate enormi novità strutturali e di contenuto al blog. A pochi giorni dai festeggiamenti per il mio primo anno di blog su Blogger - leggi il primo articolo dal titolo “Grazie!” - ho visto questo supporto modificarsi ed evolversi verso migliori e più agevoli soluzioni. Sono riuscito a integrare testa e pagine e il risultato mi soddisfa. Ci sono ancora carenze e meccanicità nei processi ma, per essere la piattaforma gratuita che ancora è, sono lieto del risultato e della scelta fatta a suo tempo di liberarmi di Mysql e delle varie piattaforme open source in costante debito di aggiornamento. Almeno, sotto questo aspetto, gli aggiornamenti non sono qui di mia competenza.
Certo, tu dici, siamo spinti in una discesa irrefrenabile e non mancheranno motivi di prossima lagnanza. Ricordo anche che suggeristi di non abbandonare il buon caro e vecchio database. Ma, per ora, vale la pena accontentarsi, tirare avanti e risparmiare quei pochi soldi possibili, sempre di meno.
Team di Blogger: grazie!

lunedì 24 ottobre 2011

Lo potevo fare anch’io

Caro Lettore,
mi sono trovato tra le mani i consigli di Francesco Bonami in Lo potevo fare anch’io (Mondadori). Te li passo insieme all’elenco di alcuni, i principali, tra gli artisti qui menzionati per ricordarti che internet c’è e se ne può fare anche un buon uso (tralasciando che il volume non riporta una sola immagine e dunque leggerlo o sfogliarlo con un collegamento a internet è indispensabile).

«Quanti di noi riuscirebbero, non dico a creare alcunché, ma soltanto a farsi venire in mente un’idea che sia originale anche se non particolarmente intelligente? Pochi, ed è per questo che i bravi artisti sono assai rari e i grandissimi ancor di meno» (p. 12).
«Ma oggi nell’ambito dell’arte contemporanea, come anche del cinema, della pubblicità, della moda o dell’architettura, non è più così essenziale saper fare qualcosa. Esistono persone che di mestiere realizzano in modo egregio quello che gli altri pensano ma non sanno fare. L’importante è pensare, in ogni caso e possibilmente prima degli altri, la cosa giusta, al momento giusto. Le idee nuove sono più scomode di un golfino di Loro Piana, ma sono quelle che consentono a una società di non invecchiare, di non marcire» (p. 13).
«Un quadro tutto bianco, che sciocchezza! Certo, apparentemente è una sciocchezza, nessuno può negare che tutti sono capaci di realizzare un quadro bianco, ma il punto è che a nessuno sarebbe mai venuto in mente di farlo» (p. 17).
«L’arte non è come la Formula Uno, dove la macchina conta più del pilota. Nell’arte possono vincere tutti, anche quelli che vanno a piedi» (p. 24).
«[…] i bravi maestri insegnano, principalmente, a essere liberi» (p. 25).
«Chi investe i propri risparmi in Bot si ispira al kronos, chi acquista azioni in Borsa punta sul kairos, un altro tipo di tempo, quello dell’attimo, dell’occasione, del momento, il tempo, in poche parole, di Andy Warhol. Tutta l’arte si divide fra queste due categorie di tempo, l’una non è migliore dell’altra. Una però può essere più eccitante. […] La differenza fra un artista iscritto al kronos e uno devoto al kairos è questa: il primo parte dall’universo e a poco a poco si riduce dentro un bicchier d’acqua, il secondo invece è così ossessionato dal suo bicchier d’acqua che alla fine riesce a inventarsi dentro un universo» (pp. 41 e 43).
«L’arte […] deve essere la celebrazione di qualcosa, e non ridursi a un oggetto da portare a casa e appendere sopra un divano» (p. 121).
«L’Italia, tra un’arte povera e una transavanguardia e l’altra è sempre stata un caso anomalo nel sistema dell’arte contemporanea internazionale. Da noi, come se niente fosse, hanno continuato comodamente a vivere e a prosperare, riscuotendo anche il successo di un pubblico se non disinformato quantomeno distratto, artisti più da salotto che da trincea. Se Rauschenberg il salotto lo distruggeva, i nostri mostri sacri lo riempivano delle loro sacrileghe mostruosità e quando queste non passavano dalle scale, con la connivenza di qualche assessore di turno, trasformavano in salotto buono una piazza di qualche città, in modo che la loro arte privatamente deplorevole diventava pubblicamente disgustosa. È accaduto spesso, e succede ancora. […] Un siffatto paese non può che essere considerato pericoloso e, se insiste a continuare i test dell’arricchimento del “bruttonio”, rischia sanzioni internazionale. […] Grazie alla politica, che ha violentato il nostro povero paese e la cultura, come il fondamentalismo islamico ha struprato l’Afghanistan, gli artisti che riescono a trovarsi qualche tipo di protezione partitica diventano monumenti nazionali. Una volta raggiunto un posto al sole non lo abbandonano più, e, pur divenendo flaccidi e raggrinziti, pretendono di essere considerati dei culturisti in forza delle loro brillanti idee, prendendosi letteralmente gioco del pubblico meno colto e sofisticato» (pp. 123 e 124).
«L’arte non è fatta di idee al servizio di uno stile, una tecnica, una bravura, ma è stile, tecnica e bravura al servizio delle idee» (p. 128).

Gli artisti principali:
Richard Long, Marcel Duchamp, Joseph Beuys, Andy Warhol, Lucio Fontana, Jackson Pollock, Lucian Freud, Gerhard Richter, Anish Kapoor, Robert Mapplethorpe,  Richard Prince, Robert Rauschenberg, Joseph Beuys, Christo e la moglie Jeanne-Claude, Matthew Barney, Damien Hirst, Jeff Koons, Keith Haring, Murakami, Maurizio Cattelan, Arte Povera, Transavanguardia, East Village tra il 1981 e il 1987, Daniel Spoerri.

mercoledì 19 ottobre 2011

Incontro con Amanda Sandrelli

Caro Lettore,
l’invito è ufficiale, ormai sei in ballo. Giovedì 10 al Teatro Verdi di Monte San Savino e Venerdì 11 novembre al Teatro Comunale di Bucine debutta Credoinunsolodio, una scrittura e una regia di Stefano Massini con Amanda Sandrelli, le musiche di Enrico Fink e una parte dei musicisti dell’Orchestra Multietnica di Arezzo: Enrico Fink (voce, flauto), Emad Shuman (voce), Massimiliano Dragoni (percussioni, salterio), Maher Draidi (basso), Massimo Ferri (chitarra, bouzouki, oud), Gianni Micheli (clarinetto, clarinetto basso), Lea Mencaroni (oboe), Denny De Ritis (sax baritono), Mariel Tajirai (violino) e Natalia Orozco (viola).
L’invito è a prenotare il tuo posto in platea (www.officinedellacultura.org) perché c’è già un certo interesse nell’aria e, se puoi, a venire ad incontrare Amanda Sandrelli, Stefano Massini e i musicisti dell’OMA lo stesso giorno dello spettacolo (il 10) alle ore 18:30 nello straordinario spazio scenografico dell’INTERNO 43, quasi di fronte al Teatro Verdi di Monte San Savino.
Nell’aperitivo avremo modo di confrontarci sui temi dello spettacolo che il titolo, con la sua ambiguità (come hai visto, così unito, si può leggere con due finali diversi), già suggerisce.
Il lavoro sarà duro per questo spero di vederti e d’avere, poi, il tuo pensiero.


L’Area Archeologica di Castelsecco

Caro Lettore,
se passi da Arezzo c’è una cosa che devi vedere… ora! No, non metterla in discussione! Non stare a pensare: “Aspetta… non so se ci riesco… prima devo fare… dopo devo andare…”. Fidati di me! Mettiti in macchina o sali sul motorino, prendi la SS73 in direzione di Palazzo del Pero e poco fuori da Arezzo cerca sulla sinistra il cartello “San Cornelio”. Svolta, sali, fai qualche curva - attenzione: la strada è stretta - e poco più su parcheggia. La vedi quella strada sterrata sulla sinistra? Dovrebbero esserci anche delle indicazioni turistiche del tipo: “Parco Archeologico Naturalistico San Cornelio”. Avviati a piedi - non servono scarpe da trekking, a meno che tu non voglia seguire il sentiero - e fatti pochi passi ecco quello che ti troverai davanti agli occhi: un segno tracciato con le pietre lungo centinaia d’anni e risalente al II secolo a.C., una “scenografica struttura muraria semicircolare rinforzata e decorata da 14 speroni aggettanti, di cui i sei centrali con parete di fondo ricurva a formare esedre e forse in alto chiusi ad arcata” (tratto dalla spiegazione sul posto… ma non avrei saputo spiegarti meglio).


La foto è stata scattata con un cellulare e non rende l’idea, ma nemmeno deve. L’idea devi fartela per conto tuo!
E se ciò non bastasse a invogliare i tuoi piedi sappi che sopra quel muro, raggiungibile dalla stessa strada che lo costeggia, si trova ancora l’unico esempio al mondo di teatro etrusco. Purtroppo un teatro interrato, invisibile se non in fotografia (www.castelsecco.org), perché i soldi non sono mai abbastanza per queste cose (ma pensando all’eredità da lasciare ai nostri figli è meglio così: nessuno di noi lo può guastare, almeno finché sta sottoterra). Ma sopra ci si può camminare, fare spettacolo (io stesso l’ho accarezzato con musica e parole pochi anni fa, all’inizio dei lavori di recupero). L’acustica è splendida, il panorama stupefacente, i tramonti speranzosi e quando c’è vento l’aria sa di metallo: è l’aria degli etruschi!
Perché t’invito alla visita? Perché l’imponente cinta muraria è stata appena restaurata - l’inaugurazione è avvenuta venerdì 14 ottobre 2011 - ed è ora visibile in tutta la sua bellezza. Non attardarti. Non dare spazio alle ortiche di godersela ancora una volta prima dei tuoi occhi!
Quella che segue è invece una piccola visione di Arezzo dal colle di San Cornelio nell’area archeologica di Castelsecco. Troppo piccola, dici? Vieni a scattarla di persona… ne vale la pena!


lunedì 17 ottobre 2011

Racconta la speranza

Caro Lettore,
ci siamo! È iniziato il concorso di scrittura creativa “Racconta la speranza”. Dedicato ai tuoi figli e ai tuoi nipoti e ai figli dei tuoi amici e ai tuoi studenti, se sei un insegnante, purché abbiano da 6 a 13 anni.
Regolamento e modalità di partecipazione seguendo il link ma in breve ti dirò che: ci sono 80 quadri da guardare (una galleria fotografica) disegnati dai bravissimi studenti dell’I.I.S. “Piero della Francesca” di Arezzo e donati al CALCIT sempre di Arezzo, c’è da farsi venire in mente un racconto, una favola, una poesia, una filastrocca o qualsivoglia aggeggio creativo, c’è da scriverlo, c’è da stamparlo e c’è da spedirlo a scuola con l’autorizzazione di un adulto, genitore o insegnante… il tutto entro il 29 febbraio 2012. In palio premi in opere d’arte e la pubblicazione delle opere pervenute su Arezzo Notizie, all’interno della Sezione Sottoidiciotto, ma anche, probabilmente, in un bel volume cartaceo.
Dai… spegni il videogioco e mettiti al lavoro! La partita con tuo figlio la finisci un altro giorno: è tempo di scrivere!

venerdì 14 ottobre 2011

Buoni amici

Caro Lettore,
ieri ho incontrato Constantin, Ilija e Jessica. Chi sono? Dei buoni amici di cui t’invito a svelare la storia leggendo l’articolo “I buoni amici sono in Piazza San Michele… il sabato sera” che ho appena pubblicato su Arezzo Notizie. Ce ne fossero di buoni amici così! Sei libero sabato sera? Io, quasi quasi, un salto in Piazza San Michele ce lo faccio… ci si vedi là?

mercoledì 12 ottobre 2011

Dedicato alle donne di ieri e di oggi

Cara Lettrice,
dedico a te, donna di ieri e di oggi, le parole della Principessa Cristina Trivulzio di Belgioioso in Angela Nanetti, Il sogno di Cristina (Giunti Junior):

«Le donne che ambiscono un nuovo ordine di cose debbono armarsi di pazienza e di coraggio, contentarsi di preparare il suolo, di seminarlo, ma non pretendere di raccogliere le messi… Vogliano le donne felici e onorate dei tempi futuri, rivolgere ogni tanto il pensiero ai dolori e alle umiliazioni delle donne che le precedettero e ricordarsi con qualche gratitudine di quelle che apersero e prepararono la via alla non mai goduta, forse appena sognata, felicità!» (p. 152).

Per saperne qualcosa in più leggi anche Il sogno di Cristina di Belgioioso in libreria su www.arezzonotizie.it.

mercoledì 5 ottobre 2011

Per i 5 anni di Sottoidiciotto

Caro Lettore,
ricordi?
Cinque anni fa - il 22 settembre 2006 per la precisione - nasceva Sottoidiciotto, la mia (dico “mia” con un certo orgoglio perché i primi due anni è stata un vero strepitare d’invenzioni) sezione dedicata all’infanzia all’interno del portale www.arezzonotizie.it. Merito di scodelle di perseveranza, una dose di abnegazione prima d’ogni pasto e dell’intuito accogliente di Gino Perticai, direttore della testata giornalistica.

Abbiamo festeggiato insieme ma ora stiamo cercando di fare qualcosa in più, di fare qualcosa di meglio. Ce n’è bisogno, non trovi? Anche ArezzoNotizie, d’altronde, s’è trasformata. Poteva Sottoidiciotto restar com’era?

Il banner qui a fianco l’ho creato apposta per l’occasione. L’idea era di mettere in bella vista 5 candeline a forma di dito. Il tutto per presentarti un invito… Segui il link e fammi sapere.
Ma se abiti nel territorio di Arezzo fatti sentire… t’offro da bere!

Anima nera


Tremo e temo 
e corro
ma sono burro
(ma è solo burro).

martedì 4 ottobre 2011

Sangue e caffè

Caro Lettore,
ma lo sapevi che il tuo piacere per il caffè può combinarsi con la donazione del sangue ed essere addirittura consigliato dal medico? Ascolta il racconto di Bruna Giovannini e poi mi dirai. E se vuoi saperne di più sulla nostra "Memoria del caffè" sfoglia le pagine di blog di www.neroprofumo.com.


lunedì 3 ottobre 2011

Billy e Bolly

Caro Lettore,
è tempo che ti consegni la storia di Billy e Bolly, fresca di “stampa” su Sottoidiciotto (www.arezzonotizie.it) . Vedi un po’ tu come fare, se leggerla a puntate o tutta insieme. Le pagine sono tre ma il viaggio è più lungo di quanto possa sembrare. Appena l’hai letta fatti sentire!

Come un romanzo... da leggere

Caro Lettore,
come ho fatto a imbattermi in queste magnifiche 139 pagine soltanto ieri? Non far come me e, per lo statuto che t’ho assegnato, non accontentarti di queste poche citazioni. Procurati Come un romanzo di Daniel Pennac (Feltrinelli):

«Tanto più inconcepibile, questa avversione per la lettura, se apparteniamo a una generazione, a un’epoca, a un ambiente, a una famiglia dove la tendenza era piuttosto quella d’impedirci di leggere.
“Ma smettila di leggere, insomma, ti rovinerai gli occhi!”
“Vai fuori a giocare, piuttosto, che c’è un tempo stumento.”
“Spegni la luce! È tardi!”
Sì, allora il tempo era sempre troppo bello per leggere, e la notte troppo buia» (p. 12).

«Grande piacere di lettore, questo silenzio dopo la lettura!» (p. 14).

«L’intimità perduta…
A ripensarci in quest’inizio di insonnia, il rituale della lettura, ai piedi del suo letto, quando era piccolo - orario fisso e gesti immutabili - aveva qualcosa della preghiera. Quell’improvviso armistizio dopo il frastuono della giornata, quell’incontro al di là di ogni contingenza, quel momento di silenzio raccolto che precede le prime parole del racconto, la nostra voce finalmente identica a se stessa, la liturgia degli episodi… Sì, la storia letta ogni sera assolveva la più bella funzione della preghiera, la più disinteressata, la meno speculativa, e che concerne solamente gli uomini: il perdono delle offese. Non confessavamo nessun peccato, non cercavamo di conquistarci nessuna fetta di eternità, era un momento di comunione, tra di noi, l’assoluzione del testo, un ritorno all’unico paradiso che valga: l’intimità. Senza saperlo, scoprivamo una delle funzioni essenziali del racconto e più in generale dell’arte, che è quella di imporre una tregua alla lotta degli uomini.
L’amore ne usciva rinato.
E gratis» (p. 26).

«Solo che noialtri “pedagoghi” siamo usurai impazienti. Detentori del Sapere, lo prestiamo contro interessi. E vogliamo che renda, e in fretta! Se ciò non accade, è di noi stessi che dubitiamo» (p. 38).

«Rileggere non è ripetere, ma dare una prova sempre nuova di un amore instancabile» (p. 45).

«E per cominciare l’ammissione di una verità che si oppone radicalmente al dogma: la maggior parte delle lettura che ci hanno modellati non le abbiamo fatte per, ma contro» (p. 66).

«[…] quel che abbiamo letto di più bello lo dobbiamo quasi sempre a una persona cara. Ed è a una persona cara che subito ne parleremo» (p. 70).

«Il fatto è che il piacere di leggere era vicinissimo, imprigionato in quelle soffitte adolescenti da una paura segreta: la paura (molto molto antica) di non capire.
Avevano semplicemente dimenticato che cos’era un libro, cos’aveva da offrire. Avevano dimenticato, per esempio, che un romanzo racconta prima di tutto una storia. Non sapevano che un romanzo deve essere letto come un romanzo: placare prima di tutto la nostra sete di racconto» (p. 94).

«Una sola condizione a questa riconciliazione con la lettura: non chiedere niente in cambio. Assolutamente niente. Non erigere alcun bastone di conoscenze preliminari intorno al libro. Non porre la benché minima domanda. Non dare alcun compito. Non aggiungere una sola parola a quelle delle pagine lette. Nessun giudizio di valore, nessuna spiegazione del lessico, nessuna analisi testuale, nessuna indicazione biografica…
Proibirsi assolutamente di “parlare intorno”.
Lettura-regalo.
Leggere e aspettare.
Non si forza la curiosità, la si risveglia» (p. 102).

«In fatto di lettura, noi”lettori” ci accordiamo tutti i diritti, a cominciare da quelli negati ai giovani che affermiamo di voler iniziare alla lettura.
1) Il diritto di non leggere.
2) Il diritto di saltare le pagine.
3) Il diritto di non finire un libro.
4) Il diritto di rileggere.
5) Il diritto di leggere qualsiasi cosa.
6) Il diritto di bovarismo.
7) Il diritto di leggere ovunque.
8) Il diritto di spizzicare.
9) Il diritto di leggere a voce alta.
10) Il diritto di tacere» (p. 116).